mafia catanese
Il pentito Davide Scuderi fa i nomi: «Ecco cosa accadeva nel clan dei Cursoti Milanesi»
Nei faldoni del processo Zeus i verbali del collaboratore
Laura DistefanoSono tanti gli omissis presenti nei verbali di Davide Agatino Scuderi, ex soldato dei Cursoti Milanesi, che sono finiti nei faldoni del blitz Zeus. L’interrogatorio è quello dell’ottobre scorso quando la pm Assunta Musella assieme al dirigente della Squadra Mobile e un militare della sezione Pg dei Carabinieri gli mostrò i volti di diversi esponenti della cosca fondata dal boss scomparso Jimmy Miano.
E molti di quei nomi sono oggi nell’elenco degli imputati. Le prime due immagini non le riconosce, ma alla foto numero 3 comincia a vuotare il sacco. «Giuseppe Zuccaro è un soggetto affiliato al gruppo dei milanesi, è entrato nel 2006 insieme a Francesco Di Stefano. Gestiva estorsioni e droga, era un soldato del gruppo di San Berillo, poi è stato arrestto nel 2017 per un omicidio avvenuto in una discoteca e da allora non l’ho più visto. Anzi ora ricordo – dice Scuderi che sta affrontando il processo per la sparatoria dell’8 agosto 2020 a Librino – che nel 2017 siamo stati in cella insieme a Piazza Lanza. Si lamentava del fatto che il gruppo non gli faceva pervenire gli alimenti e mi disse di riferirie a Carmelo Di Stefano di non dimenticarsi d lui che ancora si considerava del gruppo».
Ed è proprio la foto del boss quella su cui si espone Scuderi. «Quando Carmelo nel 2016 è uscito dal carcere di Siracusa è diventato reggente di tutto il gruppo, il quale è operativo nei territori di San Berillo, Librino, viale Mario Rapisardi e San Giorgio. Era riconosciuto da tutti come il reggente».
Ma cosa è successo dopo l’arresto di Di Stefano per lo scontro armato con i Cappello proprio nell’estate di tre anni fa? Scuderi non sa dare una risposta alla pm. Anche lui infatti è finito dietro le sbarre nello stesso blitz. «Non so se dopo la detenzione per i fatti più recenti abbia mantenuto contatti con il gruppo».
Se non è a conoscenza degli assetti attuali, sicuramente il collaboratore è molto informato degli equilibri e delle tensioni del recente passato. «Quando il furasteri (Saro Pitarà) era in vita ebbe dei dissidi con Carmelo Di Stefano, con particolare riferimento alla gestione delle piazze di San Berillo, ma i nipoti di Pitarà erano comunque d’accordo sulla reggenza di Di Stefano. Mi riferisco al periodo 2019-2020». Uno degli uomini di fiducia del boss sarebbe stato Natale Gurreri.
«Lo vedevo spesso camminare con Di Stefano a partire dal 2016», spiega. C’è un nome coperto che potrebbe essere entrato nella recente attenzione degli investigatori. Quando Scuderi guarda la foto di «De Luca, alias Franco Rapanella» afferma che quest’ultimo sarebbe entrata nel gruppo facendo riferimento a omissis, ai figli Francesco e Carmelo». Rapanella inoltre avrebbe messo piede nel fortinoincontrastato dei Nizza. «Nel 2018/19 gestiva una piazza di spaccio in via Stella Polare».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA