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Il piano per vendicarsi del boss “dalla vecchia mentalità mafiosa”

Il retroscena dalle carte del blitz Naumachia

Laura Distefano

20 Agosto 2025, 14:36

Operazione-Naumachia-2

Franco Platania “do cementu” avrebbe scelto sempre di stare accanto a chi comandava la baracca all’interno del clan Santapaola. Prima era nella corte di Santo La Causa: i carabinieri lo arrestarono nel 2009 nella villetta di Belpasso dove si stava svolgendo il summit dei summit di Cosa Nostra con tutto il gotha della mafia catanese. Ultimamente, Platania - molto attivo nel settore dello smercio di droga con le sue attività di edilizia a pochi passi dal Tondicello della Plaia - sarebbe riuscito a crearsi un rapporto privilegiato con il “penultimo” rappresentante in carica della famiglia catanese di Cosa Nostra. Cioè Ciccio Napoli dei Ferrera-Cavadduzzu, arrestato tre anni fa nel blitz “Sangue Blu” dei carabinieri in cui è stato coinvolto anche Platania.

Un dato che salta fuori dalle carte dell’operazione “Naumachia” del mese scorso. Sono due ex reggenti del gruppo dei Nizza, Silvio Corra e Salvatore Scavone, a indicare Platania come un affiliato molto «vicino» a Napoli. Avrebbe tenuto i contatti con Christian Buffardeci, ritenuto l’alter ego del boss dei boss. Inoltre Platania avrebbe intrattenuto stretti rapporti con dei narcotrafficanti calabresi e avrebbe rifornito di cocaina lo stesso boss dei Ferrera. «Con Platania non ho mai parlato di Ciccio Napoli - ha raccontato Scavone - mentre quest’ultimo un volta mi ha parlato di Platania raccomandandomi di avere un occhio di riguardo verso di lui perché si riferiva a un suo caro amico».


L’ultimo pentito dei Nizza, Sam Privitera l’anno scorso ha rivelato: Platania è uno storico affiliato del clan Santapaola, che porta la linea - ha spiegato il collaboratore - di Orazio Magri e di Melu 'u saggi' Puglisi, storici affiliali del gruppo della Civita. «Franco Platania, in forza del rapporto che aveva con Orazio Magri, frequentava il figlio Giovanni e la madre di quest'ultimo. Pretendeva di volere riscuotere le estorsioni che facevano capo a Magri e Puglisi e voleva che il Castello Ursino seguisse le sue direttive». Privitera ha accusato Platania di avere una «mentalità mafiosa antica». Avrebbe addirittura offeso Natalino Nizza. Il pentito ha spiegato che assieme a Nizza jr avrebbero pianificato una vendetta trasversale che prevedeva l’uccisione di un parente di Platania: il piano sarebbe poi stato archiviato grazie all’intervento di Franco Magrì, altro uomi di punto dei Nizza.