«Il Ponte sullo Stretto tra le spese militari?», l'Ue lascia all'Italia la scelta (che sembra fatta)
Le parole di un portavoce della Commissione aprono nuovi scenari
Un rendering del Ponte sullo Stretto. "Per me è una grande soddisfazione, vi ringrazio". Con queste parole il vicepremier e ministro Matteo Salvini ha aperto la riunione al Mit sull'aggiornamento del progetto definitivo del Ponte sullo Stretto. Al ministero si è svolto l'incontro istituzionale per presentare la relazione del progettista sull'aggiornamento del progetto definitivo del collegamento stabile tra Calabria e Sicilia. ANSA/US MIT +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++ NPK +++
La clausola di salvaguardia nazionale, recentemente adottata dall'Unione Europea, rappresenta uno strumento cruciale per consentire agli Stati membri di aumentare la spesa per la difesa senza incorrere in procedure per disavanzi eccessivi. Questa misura è stata introdotta in risposta al mutato contesto geopolitico, in particolare alla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina, che ha imposto una pressione significativa sulle finanze pubbliche europee per rafforzare le capacità militari nazionali.
La Commissione Europea utilizza la classificazione Cofog (Classificazione delle funzioni delle amministrazioni pubbliche), adottata in ambito Osce e Onu, per definire quali spese rientrano nella categoria "difesa". Questo è fondamentale per l'attivazione della clausola, che permette un aumento della spesa pubblica per la difesa fino a un massimo dell'1,5% del PIL annuo, per un periodo massimo di quattro anni, senza che ciò comporti sanzioni per eccesso di deficit.
Un esempio concreto riguarda l'Italia, dove le autorità devono valutare se certi progetti, come il ponte di Messina, abbiano una finalità militare o civile, poiché solo le spese con finalità militare possono beneficiare della clausola di salvaguardia. La Commissione ha sottolineato che questa valutazione spetta agli Stati membri, evidenziando l'importanza della corretta classificazione per evitare contestazioni da parte dell'esecutivo europeo.
«Spetta alle autorità italiane valutare se lo scopo principale del ponte di Messina sia militare o civile» ha detto un portavoce della Commissione Europea precisando che, per classificare la spesa pubblica, l'esecutivo Ue utilizza la cosiddetta Cofog (Classificazione delle funzioni delle amministrazioni pubbliche) adottata in ambito Osce e Onu. «Questo è particolarmente rilevante per l'attivazione della clausola di salvaguardia nazionale, che consente un aumento della spesa per la difesa senza il rischio che la Commissione avvii una procedura per i disavanzi eccessivi», nota il portavoce.
Ad oggi, oltre una dozzina di Paesi europei, tra cui Germania, Polonia, Spagna e Italia, hanno manifestato interesse o richiesto l'attivazione della clausola, segnalando un impegno condiviso nel rafforzamento della difesa comune. La clausola rappresenta quindi un passo significativo verso una maggiore flessibilità di bilancio in ambito difensivo, mantenendo al contempo la sostenibilità fiscale e la coordinazione tra gli Stati membri.
In sintesi, la clausola di salvaguardia nazionale è uno strumento che consente agli Stati UE di aumentare in modo temporaneo e controllato la spesa per la difesa, rispondendo alle emergenze geopolitiche senza compromettere le regole di bilancio europee, a patto che le spese siano correttamente classificate secondo Cofog e che l'uso sia coordinato a livello comunitario.