20 dicembre 2025 - Aggiornato alle 16:19
×

Il quadro sequestrato a casa di De Capitani: ecco quando i piani della “califfa” sono crollati

La finanza nella casa di Monza dell'ex portavoce di Galvagno: portata via la tela del maestro Omar Hassan

Laura Distefano

09 Luglio 2025, 08:36

qua

Sono andati fino in Lombardia i finanzieri di Palermo. Precisamente a Monza, nella dimora di Sabrina De Capitani. All’ormai ex portavoce del presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, è stato sequestrato un quadro firmato da Omar Hassan, l’artista italo-egiziano che ha realizzato la mostra a Palazzo Reale finita al centro di un’inchiesta della procura di Palermo. Quel dipinto sarebbe «l’utilità» della corruzione (assieme a De Capitani e Hassan è indagata anche Patrizia Monterosso, già direttrice della Fondazione Federico II). Il 9 gennaio scorso i militari hanno messo i sigilli all’opera denominata «Breaking Through» (nella foto) delle dimensioni di 160x200 centimetri.

Le perquisizioni

Ma De Capitani forse sapeva già da un pezzo che i finanzieri avevano acceso i riflettori sull’evento “Punctum” che si è svolto nel 2023. Il sospetto viene leggendo le carte inserite nel fascicolo dopo l’avviso della conclusione delle indagini. I militari avevano già fatto visita a Omar Hassan lo scorso novembre: hanno eseguito un decreto di perquisizione emesso dalla procura di Palermo guidata da Maurizio de Lucia. In quell’occasione è stato acquisito l’Iphone dell’artista. Chat, immagini e file sono diventati i pezzi mancanti del mosaico ancora incompleto. Servivano infatti i riscontri a molte intercettazioni in cui De Capitani ostenta la sua attitudine alle «lobby». E sventola ai vari «uomini» e «donne» con cui interloquisce la sua capacità a far salire le quotazioni degli artisti. La mostra a Palermo di Hassan, di cui la comunicatrice padana - ormai battezzata la «califfa» di Palazzo dei Normanni - si dà tutti i meriti avrebbe permesso al pittore italo-egiziano di raddoppiare il valore delle sue opere. Anche se di quadri in Sicilia Hassan non ne avrebbe venduti. E di questo si sarebbe «lamentato». Una lamentela non gradita affatto dalla donna, che lo avrebbe etichettato come «irriconoscente».

La rete di relazioni

Sabrina De Capitani in questi anni, prima con Cannes (è stata lei a portare l’ormai famoso progetto di Absolute Blu sul tavolo dell’ex assessore regionale al Turismo e ora deputato nazionale di Fratelli D’Italia, Manlio Messina, conosciuto a un evento a Noto) e poi con il ruolo di portavoce di Gaetano Galvagno, ha intrecciato reti e relazioni, politiche e imprenditoriali per arrivare a prendersi un “posto al sole” in Sicilia. Avrebbe ambito a sedersi al posto di Monterosso nella Fondazione Federico II ma, complice anche le indagini, non c’è riuscita. Discute, organizza, sistema. Il suo nome è onnipresente. Nel fascicolo d’indagine di Elvira Amata, c’è una conversazione dell’autunno del 2023 fra lei e Marcella Cannariato, la vicepresidente della Fondazione Dragotto, nel corso della quale discutono dell’estrema necessità di sedersi attorno a un tavolo con Galvagno. La comunicatrice padana allora suggerisce: «Poi volevo dirti una cosa, allora io direi di organizzare una cena veloce magari da qualche parte con il presidente. Così andiamo avanti nei nostri ragionamenti, se no dopo le cose si perdono per strada».
Chissà cosa intendeva per «ragionamenti».