Il retroscena, scontro sul contenzioso con i big degli inceneritori e la parcella “fantasma” dell’ex assessore Russo

Di Mario Barresi / 04 Novembre 2016

Catania. Il giallo parte da una delibera della giunta regionale – la 320 del 27 settembre scorso – piena zeppa di omissis. Oggetto: “Appalto per la realizzazione di quattro impianti di termovalorizzazione – Panelli S.p.A contro Assessorato regionale dell’Energia e dei servizi di pubblica utilità – Tribunale di Milano – Sentenza n. 13923/2015 – Appello – Patrocinio della Regione Siciliana”. Pochissimi elementi utili alla comprensione. E tre pagine secretate. Che si concludono con la firma di Rosario Crocetta.
Anticipiamo il finale: il prossimo 10 novembre la Regione, dopo la vittoria in primo grado, affronterà l’appello contro i colossi che volevano costruire gli inceneritori in Sicilia. Ma dovrà farlo, con tutta probabilità, senza l’avvocato che l’ha affiancata sin dal 2012: Pier Carmelo Russo, ex assessore regionale ai Rifiuti del governo di Raffaele Lombardo.
Russo, in veste di professionista, fu incaricato dal suo ex presidente per «tutti i contenziosi originati dall’esecuzione della sentenza della Corte di Giustizia europea del 18 luglio 2007 (…) e di quelli connessi», con delibera di giunta del 20 luglio 2012. Un incarico firmato da Lombardo a pochi giorni dalle sue dimissioni, poi arrivate il 31 luglio al culmine dell’inchiesta per mafia.
Nel carteggio della delibera ci sono decreti presidenziali e scritture private fra le parti. Ma manca la quantificazione del compenso. Il quale arriverà poco dopo: 100mila euro tondi. All’alba dell’era di Rosario Crocetta. Che dapprima, con delibera di giunta 210/2013, assumerà l’impegno di spesa. E poi, il 7 marzo 2014, disporrà la “Conferma incarico professionale”. Dopo un singolare carteggio fra le parti. L’avvocato Russo, infatti, il 9 dicembre 2013, «a distanza di appena 24 ore dallo spirare del termine ultimo fissato per il deposito delle memorie di replica nel giudizio pendente al Cga», scrive a Crocetta per esternargli il suo «moto di sorpresa». Pochi giorni prima aveva ricevuto una nota dal capo di gabinetto del governatore in cui c’era scritto che l’Ufficio legislativo e legale della Regione «ha rappresentato di non aver mai ricevuto le delibere di incarico dello scrivente». Nella stessa nota, Russo reitera «la necessità della collaborazione, oltrecchè dell’avv. Francesco Stallone, anche di ulteriori professionisti», stante «la mole assunta dal contenzioso». In tutto 35 cause, fra Tar (Palermo e Lazio), Consiglio di giustizia amministrativa e Tribunale civile di Milano. In quel contesto, «qualora l’Amministrazione intenda curare in altro modo la propria difesa in giudizio», Russo manifesta «la propria adesione ad un’ipotesi di risoluzione consensuale del rapporto».
Ma la Regione non può permettersi defaillance giudiziarie. Tanto più che, in precedenza, sia l’Avvocatura dello Stato (per possibili conflitti d’interesse), sia l’Ufficio legale della Regione (per carenza di risorse umane) s’erano tirate fuori dalla partita. E così, dopo una riunione a Palazzo d’Orléans il 5 febbraio 2014, a marzo arriva la delibera attesa da Russo: conferma dell’incarico, autorizzazione ad avvalersi del collega Stallone, un rimborso forfettario delle spese pari al 12,5% del compenso pattuito; ma con rideterminazione del compenso «ove ciò sia più vantaggioso per l’Amministrazione».
Eccoci al presente. E alla delibera “omissata”. Cosa c’è in quelle parti? «Nessuna cifra e nessun compenso», spiega il presidente Crocetta. Che aggiunge: «Si tratta di passaggi che riguardano la strategia difensiva e che ovviamente la legge ci consente di non rendere noti alla controparte». E la parcella dell’ex assessore? «La cifra non la conosco, ma sarà sicuramente inferiore a quella prevista da Lombardo». Anche perché, confessa il governatore, «Russo è stato molto corretto, dicendosi disponibile a riunificare i compensi per molti dei 32 contenziosi patrocinati da lui, alcuni dei quali sono duplicazioni degli stessi giudizi». Insomma, esulta Crocetta, «grazie alla disponibilità del professionista, otterremo uno sconto, garantendo la migliore difesa in una vicenda che vale 600 milioni di euro».
Ma dal Palazzo arrivano altri spifferi. Che confermano la mancata conoscenza della parcella. Perché non è mai arrivata. E allora, fra gli omissis, ci sarebbero anche una serie di note riservate. Anche fra Russo e l’assessore Vania Contrafatto. Pressata da alcuni uffici della Regione (ma anche dal professionista, con “minaccia” di decreto ingiuntivo ad personam) per assumersi una responsabilità sul costo della consulenza. Ma lei, da magistrato prima ancora che da assessore, si sarebbe rifiutata di firmare quelli che ritiene «debiti fuori bilancio». In mezzo c’è un duro scontro fra Contrafatto e Russo, oltre che una seduta di giunta infuocata, nella quale si voleva modificare la delibera secretata. Ipotesi saltata anche perché l’assessore Antonello Cracolici (uno dei pochi, nel 2010, a difendere Russo nello scandalo sulla sua pensione-baby a 47 anni, con la legge 104, «per assistere il padre ammalato») avrebbe dichiarato la propria incompatibilità, visto il legame di amicizia.
Non se n’è fatto nulla. Resta il testo top secret della delibera, ma non c’è traccia della parcella. Né, quindi, del pagamento. E dunque, il prossimo 10 novembre, a sfidare i colossi brucia-immondizia non dovrebbe esserci l’avvocato da 100mila euro. Ma “soltanto” l’Ufficio legale della Regione. Lo stesso che, nel 2012, dichiarò di non avere le forze per farlo. Oggi può (o deve), anche con due avvocati in meno, nel frattempo andati in pensione.
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