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l'intervista

Il siciliano capo di Stato Maggiore gen. Portolano, l’Iran e gli scenari per l’Italia

L'alto ufficiale che guida le forze armate italiane ha spiegato quali sono i fronti più sensibili

Di Domenico Palesse |

Uno scenario «sempre più fluido e interconnesso» dove a preoccupare, oggi più che mai, è il rischio di ritorsioni da parte dell’Iran, non solo contro obiettivi americani ma anche «contro alcuni Paesi del Golfo persico» e soprattutto «a danno della navigazione nello Stretto di Hormuz». Il capo di Stato Maggiore della Difesa, Luciano Portolano, traccia il quadro della crisi in Medio Oriente alla luce dei bombardamenti della scorsa notte da parte degli Stati Uniti sui siti nucleari in Iran e della dura risposta di Teheran che ha parlato di «conseguenze eterne» e ha poi a sua volta lanciato missili su Israele.

Una lunga carriera in Italia e all’estero, il generale è un profondo conoscitore della situazione mediorientale. Ha partecipato a missioni in Iraq e Kuwait nella prima e seconda guerra del Golfo, ma anche in Afghanistan, Kosovo e Macedonia. È stato uno dei quattro generali italiani (cinque contando Diodato Abagnara che si insedierà martedì prossimo) ad aver avuto il comando di Unifil, la missione Onu nel sud del Libano. Per anni ha guidato anche il Covi, il Comando operativo di vertice interforze, la struttura che coordina le attività dei militari italiani nei numerosi teatri operativi all’estero.

«Lo scenario è sempre più fluido e interconnesso – spiega in un’intervista all’ANSA – Sono dell’avviso che il principale elemento di rischio, oggi, sia rappresentato dalla possibilità che l’Iran nel breve termine, messo alle strette da una pressante azione militare decida di optare per disperate misure ritorsive anche contro alcuni Paesi del Golfo Persico e soprattutto a danno della navigazione nello stretto di Hormuz. Ciononostante – aggiunge il generale – l’Italia conferma il proprio ruolo di attore internazionale responsabile e credibile, contribuendo alla stabilità delle aree di crisi e rafforzando la cooperazione con gli alleati».

Il lavoro di peacekeeping del Paese continua in tutte le basi militari, dove l’allerta è stata innalzata per garantire maggiore sicurezza al personale impiegato all’estero, ridisposto per evitare quelli che il generale, e il ministro Crosetto, definiscono «danni collaterali» da eventuali attacchi iraniani. In un momento di incertezza e crisi costante, Portolano evidenzia il ruolo «fondamentale» della comunicazione. «In tempi di incertezza – spiega – comunicare in modo trasparente e tempestivo da un lato rafforza la fiducia dei cittadini e la coesione tra istituzioni, come sottolineato anche dal ministro Crosetto, dall’altro ostacola possibili azioni di disinformazione perpetrate da parte di attori interessati a diffondere informazioni false e messaggi distorti a fini di propaganda».Quanto si sta verificano in Medio Oriente, con il propagarsi dei conflitti in tutta la regione e l’incertezza su ruoli e posizioni politiche, crea particolare apprensione anche in Italia, anche se il capo di Stato Maggiore spiega che «non bisogna assolutamente avere paura» ma «essere consapevoli». «Le forze armate e tutte le altre istituzioni preposte sono pronte e vigili – conclude – È in atto un costante coordinamento con le autorità civili e internazionali. La sicurezza del Paese e di tutti i cittadini in patria e all’estero costituisce il nostro impegno fondamentale».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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