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Emergenza estiva

Incidenti, «gli interventi del 118 sono aumentati del 20%»

I dati della centrale operativa Sicilia orientale. Appello della direttrice Isabella Bartoli: «Più responsabilità»

Di Laura Distefano |

«Luglio e agosto sono i mesi più complessi per il settore dell’emergenza urgenza. Le richieste di intervento, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, sono aumentati del 20%». La fotografia è scattata da Isabella Bartoli, direttore della centrale operativa 118 Catania-Ragusa-Siracusa e referente sanitaria regionale per le maxi emergenze. Nel periodo estivo l’utenza è triplicata con il flusso turistico. Da un bacino di 1.800.000 persone si è passati a 6.000.000. «La tempestività dell’intervento fa la differenza, soprattutto nei casi di stroke, infarti e traumi», dice Bartoli. Ma è necessario «essere responsabili» partendo dai giovani. L’invito è a non esagerare con gli spritz e l’alcol. Organizzarsi affinché «si possa bere» a turno nelle serate. Una soluzione facile da mettere in atto. Un consiglio concreto.

Oltre 600 richieste di intervento ogni giorno

Alcuni comportamenti sono sottovalutati. Ma il caldo è davvero un nemico per diverse fasce di popolazione. Non solo gli anziani e i bambini, ma anche chi soffre di alcune patologie. «Bere tanta acqua, coprirsi il capo, evitare di uscire nelle ore più calde sono atti di prevenzione utilissimi per la nostra salute», avverte Bartoli. «Noi riceviamo dalle 600 alle 700 richieste di intervento ogni giorno. E sono davvero tante da gestire. Fortunatamente io ho una squadra di professionisti eccellenti», argomenta. In questi giorni caldissimi Bartoli motiva i suoi «angeli».Ma affinché tutto funzioni è necessario «fare squadra». Scene come quella della notte di San Lorenzo alla Plaia non dovrebbero ripetersi. Un mezzo di soccorso non può rimanere intrappolato nel traffico. E allora si fa appello al senso civico «dei cittadini» da una parte e alle Istituzioni dall’altra. Chiamate a interventi di pianificazione e controllo.

«Il cittadino è sanità»

Bartoli è convinta che «il cittadino è sanità. Io lo ripeto sempre: le nostre azioni fanno la differenza. Pensi a una persona che seguendo le istruzioni di un operatore 118 al telefono comincia a fare un massaggio cardiaco in attesa dell’arrivo dell’ambulanza. Quella persona ha salvato una vita».Ma per arrivare a una vera svolta è necessario alzare l’asticella. Di tutto il sistema. Perché la sanità è un cerchio. L’errore è pensare a «compartimenti stagni». La radice è quella di migliorare la medicina territoriale seguendo le linee «del Dm77 del 2022». Perché questo porterebbe a un alleggerimento del carico nel settore dell’emergenza-urgenza.Gli operatori del 118 (autisti, barellieri, infermieri e medici) sono quelli che sono in prima linea: seguono l’intervento dalla chiamata allo sbarellamento al Pronto Soccorso. Dove da giorni si lavora a ritmi serratissimi. Ieri al Cannizzaro di Catania i medici hanno affrontato 13 codici rossi solo nel corso della mattinata. Una situazione davvero “caldissima”. Per Bartoli con l’efficienza della medicina territoriale si potrebbe rendere più efficiente il sistema dell’emergenza-urgenza. Settore da cui molti medici stanno fuggendo preferendo lavorare nel privato.Non è un lavoro facile. «Ma noi dobbiamo essere sempre in grado di dare assistenza. Partendo dalla chiamata fino all’arrivo al pronto soccorso. Gli operatori del 118 hanno scelto di fare questo lavoro per spirito di servizio. Per loro è una missione. Ma meritano la giusta attenzione. E non è una questione economica», conclude Bartoli.

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