La benedizione con lo spruzzino: polemica ad Acireale per l'uso dell'acqua santa
Il caso di don Alessandro Di Stefano, decano della basilica di San Sebastiano di Acireale
In tempi moderni anche i preti si adeguano, impartendo benedizioni con metodi alternativi utilizzando improbabili aspersori.
È come nel caso di don Alessandro Di Stefano, decano della basilica di San Sebastiano di Acireale, il quale in occasione delle cerimonia di inaugurazione di un’attività commerciale, in cui era stato invitato per la funzione, ha deciso di stravolgere il secolare cerimoniale. Il sacerdote, concluso il rituale ha tirato fuori uno spruzzino nebulizzatore (quello che si usa per le piante ndr) e ha “innaffiato” con acqua benedetta i presenti, il tutto immortalato col cellulare da parte di alcuni dei partecipanti, tra le risa di pochi e il fastidio di molti che non hanno affatto gradito la trovata del religioso, che ha scelto di scambiare il tradizionale strumento sacro, con un normalissimo spruzzino, sostituendo lo sgrassatore con acqua benedetta lanciata sulle persone stupite per l’insolita trovata.
L’originale uscita di don Alessandro Di Stefano, a capo della più importante basilica della città, non è piaciuta negli ambienti curiali, fra i religiosi serpeggia il malumore e non mancano le critiche rivolte al parroco, invitato a mantenere un profilo adeguato al ruolo e all’abito che indossa.
«Indignati per l’uso irriverente e inappropriato dell’acqua benedetta». «Utilizzare spruzzini o altri strumenti impropri per la benedizione non solo banalizza il rito, ma rischia di svuotarne il valore», due dei tanti messaggi veicolati nelle chat dei sacerdoti, di cui siamo venuti in possesso.
Chissà se il vescovo di Acireale, monsignor Antonino Raspanti è stato informato e ha avuto modo di visionare le immagini della singolare scelta del suo arciprete e, soprattutto, chissà cosa ne pensa. «Certi episodi - osserva uno dei partecipanti - speriamo non vengano più a ripetersi in cerimonie ufficiali e alla presenza di decine di fedeli, ignari della decisione adottata dal “parroco – spruzzatore”, tra ilarità e mugugni di quanti non hanno gradito il gesto». Abbiamo più volte provato a raggiungere al telefono il sacerdote per una dichiarazione, ma senza successo.