La divisa tatuata sulla pelle: il tributo del fotoreporter al fratello morto di vaccino
Domani la presentazione del docufilm di Fabrizio Villa dedicato a Davide, “colonna” della Mobile di Catania
Di Laura Distefano |
Conoscere Davide Villa è stato un privilegio. La divisa da poliziotto l’aveva tatuata sulla pelle. Il sorriso in quella faccia buona non mancava mai. Un sorriso che si è spento troppo presto. Davide Villa è morto dopo la somministrazione del vaccino anti-Covid AstraZeneca. In via Ventimiglia, a Catania, però non lo hanno mai dimenticato. E mai lo faranno. Alcune volte, salendo quelle scale ripide della sede della squadra mobile etnea, c’è l’illusione di poterlo incrociare mentre scappa per un servizio. Un pedinamento. Un controllo. Una perquisizione. Purtroppo l’illusione si trasforma presto in delusione. E si riapre la ferita.
Davide manca. «Manca come l’aria», dice il fratello Fabrizio Villa, fotoreporter e giornalista che ha realizzato un docufilm dal titolo «Fratello poliziotto, Poliziotto fratello». Un tributo a Davide. Ma anche un tributo alla polizia. Il progetto sarà presentato domani al Museo Diocesano e si inserisce nel programma delle celebrazioni della Festa della Polizia che oggi spegne 173 candeline. «Ho preso tutte le foto scattate nella mia carriera che hanno per protagonisti i poliziotti e ho eliminato quelle in cui c’erano manette, blitz, arresti e ho lasciato quelle dove viene mostrato il lato umano del poliziotto», spiega Fabrizio Villa. Poliziotti che fanno attraversare la strada ai bambini, che accolgono i migranti, che aiutano gli anziani. E c’è anche la foto di una poliziotta a cui stanno iniettando il vaccino anti-covid. Una sorta di anello di congiunzione.
Da quattro anni «avevo nella testa di voler realizzare qualcosa per ricordare Davide. E l’unico modo in cui lo potevo fare era con la mia arte: la fotografia». Il progetto Fabrizio Villa l’ha portato all’attenzione del questore Giuseppe Bellassai. «Appena ho finito di spiegare, mi ha guardato e mi ha chiesto: che ne dici se lo presentiamo nell’ambito delle celebrazioni della festa della polizia? Per me – racconta un emozionato Fabrizio Villa – è stato come ricevere un abbraccio fortissimo».
Il docufilm si apre con il fotoreporter che spiega i motivi del progetto. Incisive le parole del questore Bellassai: «Il titolo del racconto per immagini “Fratello poliziotto – poliziotto fratello” ci rimanda a una polizia protesa verso le esigenze delle persone più fragili e in difficoltà». Tocca il cuore il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita: «La compostezza nella gestione di una tragedia troppo grande – come la morte di Davide – dà il senso di quel rispetto per la comunità». Infine, frà Massimo Corallo evidenzia il legame indissolubile tra i due fratelli: «La fraternità è un dono». Questo è il dono di Fabrizio a Davide.