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Il processo d'appello

La mafia di Paternò “sotto scacco”: colpo di scena prima della sentenza: c’è un nuovo pentito

La pg ha chiesto l'esame del collaboratore-imputato, ma la Corte d'Appello ha rigettato ed emesso il verdetto

Di Laura Distefano |

C’è un nuovo pentito a Paternò. Sebastiano Di Mauro, detto Seby o Ianu ‘u Pazzu, non è un esponente interno alla criminalità organizzata ma operava sicuramente in un gruppo di spaccio per conto degli Stimoli, una delle correnti – assieme ad Assinata e Amantea – che costituiscono la famiglia mafiosa che rappresenta Cosa Nostra a Paternò. Una parte dei proventi, quindi, finiva nelle casse della cosca, ma Di Mauro non era un affiliato. Solo uno spacciatore ben rodato.

Il colpo di scena

La notizia è arrivata stamattina nel corso dell’udienza del processo d’appello scaturito dall’inchiesta “Sotto Scacco”. L’indagine è quella che finì all’attenzione dei media nazionali per il coraggio del cavaliere Giuseppe Condorelli, titolare dell’azienda dei torroncini di Belpasso, di denunciare un tentativo di estorsione. L’avvocato generale Angelo Busacca e il sostituto Pg Andrea Ursino hanno chiesto alla Corte d’Appello, presieduta dalla giudice Maria Paola Cosentino, di sentire Di Mauro, imputato nel procedimento, poiché ha cominciato la collaborazione pochi giorni fa. I difensori si sono opposti all’istanza. Ieri mattina il programma dell’udienza prevedeva repliche e sentenza. Quindi quanto accaduto è stato un vero e proprio colpo di scena. La Corte d’Appello non ha comunque ritenuto utile ai fini del verdetto l’esame del neo collaboratore. La Pg ha modificato la richiesta di pena nei confronti di Di Mauro riducendola a 2 anni e 8 mesi.

La sentenza

Poco prima delle 17, oggi pomeriggio la presidente della Corte d’Appello ha letto il dispositivo della sentenza. Il collegio di secondo grado ha riformato quattro condanne, mentre le restanti sono frutto di concordato tra le parti. Riforma, ma minima, per il neo pentito Di Mauro: 4 anni e 8 mesi. Pena ridotta a 8 anni nei confronti di Santo Alleruzzo, che avrebbe organizzato dei summit mafiosi durante i permessi premio dal carcere. Giuseppe Orto è stato condannato a 7 anni e 4 mesi, mentre Orazio Sinatra a 6 anni 4 mesi. Le altre condanne con accordo delle parti: Giuseppe Beato 12 anni, Davide Alessandro Befumo 6 anni e 6 mesi, Omar Francesco Borzì 4 anni, 9 mesi e 10 giorni, Barbaro Cosentino 6 anni e 10 giorni, Alessandro Fazio 7 anni e 2 mesi, Giovanni Battista Giangreco 5 anni (in continuazione), Andrea La Delfa 6 anni 2 mesi e 14 giorni, Alfio Mendolaro 2 anni 8 mesi 14 giorni e 14.000 euro di multa, Salvatore Occhipinti 4 anni 1 mese e 10 giorni e 19.333 euro di multa, Lorenzo Michele Schillaci 6 anni, 10 mesi e 28.000 euro di multa, Giuseppe Gaetano Sinatra 6 anni 1 mese e 10 giorni, Salvatore Stimoli 6 anni e 10 mesi, Vincenzo Stimoli junior 6 anni. Confermata, infine, la sentenza nei confronti di Francesco Alleruzzo (10 anni), Salvatore Vito Amantea (15 anni), Marco Di Leo (7 anni), Lorenzo Di Leo (7 anni), Giuseppe Mobilia (14 anni), Pietro Puglisi (20 anni) e Barbaro Stimoli (12 anni e 4 mesi). Le motivazioni saranno depositate fra 90 giorni.

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