il caso
Lauree romene a Enna, siamo (quasi) punto e a capo
Alcuni atenei italiani non convalidano il percorso di studi in Medicina, carteggio sulla Roma-Bucarest
Ci risiamo. Nove anni tra tribunali, sentenze, chiarimenti anche in Parlamento, ma per le lauree in Medicina conseguite dagli studenti della Dunarea de Jos di Galati che frequentano dall’estensione didattica di Enna, la domanda che torna periodicamente attuale è sempre una: «In Italia sono valide?».
A riaprire il caso, che sembrava destinato a restare chiuso e a lasciare serenità agli studenti e alle loro famiglie già dopo il primo decreto emesso nel settembre del 2022 dal Ministero della Salute italiano – che recita nell’oggetto «riconoscimento della qualifica di medico chirurgo conseguita in Romania» per uno dei “pionieri” dell’estensione di Enna nata nel 2015 con il supporto logistico del Fondo Proserpina di cui amministratore unico è Mirello Crisafulli – il recente rifiuto da parte di qualche ateneo italiano del trasferimento di alcuni studenti dell’estensione ennese, contraddicendo quanto ottenuto dai colleghi nei precedenti anni accademici cui è stato riconosciuto il percorso di studi. Da qui una richiesta di chiarimenti lunga due pagine rivolta dal Mur all’università Dunarea de Jos cui seguono 4 pagine di chiarimenti firmate dal rettore Marian Barbu. E un film già visto ritorna alle battute iniziali, con le domande che si ripetono nel tempo, sebbene le risposte sembrassero già messe bene in vista sul tavolo nel marzo 2023 con la risposta del ministro nell’Università Anna Maria Bernini che in un question time sull’ateneo in cui aveva testualmente detto: «Per la Dunarea da Jos può decidere decide soltanto la Dunarea de Jos perché ateneo straniero che opera soltanto parzialmente in Italia, a Enna, secondo il principio della libertà di stabilimento che consente di circolare all’interno degli Stati che rientrano nella comunità europea una libertà che chiaramente non può che essere naturalmente riconosciuta anche all’università».
I 338 studenti nel limbo
Principio questo già messo nero su bianco con la sentenza del luglio 2016 pronunciata dal tribunale di Caltanissetta al termine del braccio di ferro giudiziario avviato proprio dal ministero dell’Università in fase di avvio delle lezioni di Medicina ad Enna in lingua romena e che riconosceva l’ateneo di Galati operante legittimamente in Italia sulla base del diritto di stabilimento secondo le attuali disposizioni europee e che non richiede accreditamento perché non interferisce in alcun modo sull’ordinamento italiano. In soldoni, i 338 studenti dell’estensione didattica dell’ateneo dell’est che si trovano a Enna sono a tutti gli effetti studenti in Romania e non incidono quindi sul numero chiuso italiano e usufruiscono di un supporto logistico dove effettuare le lezioni.
La qualità dell’insegnamento e delle strutture dell’estensione didattica di Enna viene valutata periodicamente dall’Aracis (equivalente dell’Anvur) e ha ottenuto l’accreditamento dall’Agenzia di valutazione universitaria romena, dopo il terzo ciclo di lauree e nel corso dei 9 anni, ha avuto tre verifiche tutte superate con esito positivo. Ancora, i posti per gli immatricolati al primo anno di medicina dell’ateneo di Galati, 75 per decreto emesso dalla Romania, non concorrono al raggiungimento della soglia di posti disponibili in Italia. Il Mur però solleva il punto del riconoscimento delle lauree in Italia come se questo venissero rilasciate a Enna e l’uso della dicitura “laurea” negli attestati di fine ciclo di studi perché utilizzabile soltanto dalle istituzioni universitarie italiane.
La procedura, come invece ribatte l’ateneo straniero, prevede che tra i documenti prodotti si alleghi anche l’iscrizione all’Ordine dei medici di Galati e il certificato di conformità alla direttiva Ue 36 2005 rilasciato dal ministero della Salute romeno. Dal settembre 2022 il ministero della Salute italiano ha accolto e riconosciuto 20 lauree conseguite a Galati dagli studenti dell’estensione didattica nel 2022 con riconoscimento del 2023, 43 nel 2023 riconosciute nell’anno successivo e 40 nello scorso anno adesso in fase di completamento della documentazione in Romania da presentare in Italia.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA