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Le mazzette sui lavori pubblici ad Agrigento e la “manina” catanese per truccare gli appalti: tutte le accuse della Procura

Le ipotesi dei magistrati sul ruolo svolto da Giuseppe Capizzi, sindaco di Maletto

Di Laura Distefano |

Alla base del sistema scoperchiato dalla polizia di Agrigento e che ha portato ad arresti e perquisizioni in tutta la Sicilia ci sarebbe “un’associazione a delinquere”. A tutti gli indagati infatti la procura agrigentina contesta il reato associativo.

Il ruolo di Alesci

Sebastiano Alesci, ingegnere che nella sua carriera ha avuto diversi incarichi negli enti pubblici, e un personaggio nascosto da un omissis hanno organizzato e comunque costituito e gli altri fatto parte di un’associazione per delinquere finalizzata al reperimento e alla distrazione a fini privati di risorse pubbliche, provenienti dalla Regione Siciliana e da altre fonti di finanziamento, mediante la commissione di più delitti contro la pubblica amministrazione quali la turbativa d’asta, il peculato, la corruzione e la concussione attraverso meccanismi spartitori dei pubblici appalti degli incarichi di progettazione e di quelli amministrativi.

Oltre a funzionari e imprenditori, ecco le cinque ditte coinvolte nell’inchiesta: Beico srl di Catania, Edilroad di Favara, Consorzio Stabile Della di Maletto (Ct), Nuova Fise a Nardò (Lecce), Sm di Aragona (Ag).Gli investigatori hanno acquisito ieri un’importante mole di documenti. Alcuni giorni fa i poliziotti hanno documentato una consegna sospetta da parte di Sebastiano Alesci a Capizzi, attualmente sindaco di Maletto, della copia informatica e cartacea del progetto dei lavori di funzionalizzazione della rete fognaria del rione Fondachello-Plaia del Comune di Licata. La posta è stata recapitata – non si comprende bene perché – a Valguarnera Caropepe lo scorso 28 aprile.

Cosa c’entra Maletto

Per capire un po’ di più bisogna andare a Maletto nel Catanese. La città della fragola è guidata da Giuseppe Capizzi – sindaco di area Fratelli d’Italia – che è uno dei protagonisti dell’inchiesta. Capizzi avrebbe costituito il consorzio Della e organizzando la partecipazione alla gare e la relativa aggiudicazione dei lavori con la complicità di Alesci e di altri funzionari agrigentini, presentando un offerta economica con ribasso ed inoltre il 30%, inidonea ad assicurare la concreta esecuzione dei lavori e senza avere i requisiti economici ed organizzativi per l’appalto della “Ristrutturazione ed automazione per l’ottimizzazione della rete idrica del Comune di Agrigento – Primo stralcio” da oltre 37milioni di euro.

Le accuse

Nel capo di imputazione si attesta che la trattativa criminale tra Capizzi, Alesci, che era nella commissione di gara del bando e Giovanni Campagna, segretario particolare dell’ex assessore regionale all’Energia Roberto Di Mauro, e un’altra persona omissata sarebbe cominciata nel 2023. Capizzi, che era stato raggiunto da un’interdittiva – poi revocata – per un’indagine messinese, si sarebbe addirittura rifiutato di fornire la documentazione prevista al direttore dei lavori. Il fine? Per gli inquirenti il disegno criminoso aveva lo scopo di alterare la procedura di aggiudicazione dei lavori dell’appalto.

La difesa di Capizzi

«L’architetto Capizzi ha appreso della indagine di Agrigento e ritiene di essere assolutamente estraneo alle contestazioni mosse relativamente alla turbativa di una gara. Appronteremo ogni attività difensiva quando saranno chiarite le fonti delle accuse», così l’avvocato Carmelo Peluso difensore del sindaco di MalettoCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA