L'esplosione di via Galermo, «In una zona “nobile” i residenti avrebbero avuto più attenzioni»
«Migliaia di famiglie come la mia senza gas. Sul ripristino solo risposte nebulose»
Dal giorno dell’esplosione arrivano in redazione le note dei residenti che denunciano i disagi patiti per l’impossibilità di adoperare il gas. Una delle più significative è quella che abbiamo deciso di estrapolare dalla rubrica delle lettere e pubblicare a seguire.
Come già pubblicato dal vostro giornale nei giorni scorsi, il quartiere di Trappeto Nord, è stato interessato da una esplosione causata da una fuga di gas, con conseguente crollo di due palazzine gemelle e ferimento di vigili del fuoco e operai della Catania Rete Gas, che erano precedentemente intervenuti, dietro segnalazione dei residenti.
Come conseguenza immediata, il presidente della stessa ditta distributrice, Gianfranco Todaro, per l’appunto la Catania Rete Gas, ha disposto la chiusura di tutte le condutture della zona per motivi di sicurezza.
Questo è l'antefatto. Il sottoscritto Mario Serone, residente in via Antonio D'Agata 14, nella frazione di San Giovanni Galermo, non lontana dalla zona di Trappeto Nord all’angolo tra via Galermo e via Fatelli Gualandi, dove è avvenuta l’esplosione, è interessato da quel momento, come altre migliaia di persone, dalla chiusura dell'erogazione del gas metano. Gravato dalle notevoli difficoltà quotidiane che questo comporta, ho cercato di conoscere gli sviluppi delle operazioni in corso. Tramite telefonate ai numeri reperiti sul sito della Catania Rete Gas ho tentato di avere informazioni su possibili tempi di fine lavoro, anche a grandi linee, per il ripristino della normalità. Ma sono incappato nella nebulosità più assoluta .
Mi aspettavo anche che questa situazione di emergenza imposta ai residenti, come minimo, determinasse pure un andamento dei lavori commisurato ai livelli di difficoltà che si vengono a creare nelle famiglie. Non penso soltanto a chi gode di buona salute ma anche ai nuclei familiari disagiati o con soggetti inabili: la mancanza dell’erogazione del gas priva de facto le persone della possibilità di un pasto caldo e di poter usufruire delle basilari norme igieniche, oltreché l’assenza di riscaldamenti. E’ amaro ricordare come non si possa nemmeno usufruire di un bagno o di una doccia calda.
Evidentemente tutte queste necessità sembrano essere superflue alla ditta in questione, che pare stia trattando i lavori alla stessa stregua della normale manutenzione, visto che i lavori non hanno previsto il prosieguo per il fine settimana.
Chissà, forse se la stessa situazione che si è creata a San Giovanni Galermo si fosse creata in qualche altra zona residenziale, più “nobile”, probabilmente avrebbe ricevuto più attenzioni e solerzia dalle autorità comunali e dalla ditta interessata ai lavori.
Considerata la flemma con la quale questi lavori si sono avviati, forse i responsabili ritengono probanti e fattibili tempi di risoluzione dell'impasse, di qualche mese o più, senza che nessuno abbia niente da ridire. Forse ritenendo che in Italia, specie nelle “colonie del Meridione”, queste tempistiche sono nella norma, mentre altrove - e cito un paese europeo tra gli altri, la Spagna - i lavori non soltanto vengono eseguiti nei giorni festivi ma anche di notte, e questo per lavori di semplice manutenzione stradale.
Volevo puntualizzare che le cose sono partite male, pur con le sicure difficoltà del caso, e mi auguro che chi di dovere abbia a sensibilizzarsi su una questione che costringe un intero quartiere ad una condizione di vita simile a quella di una economia di guerra.
Mario Serone