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L'inchiesta

L’Expo Osaka 2025 ora è un caso: ecco la “lista della spesa”

Alcuni assessorati a digiuno, M5S e Pd: chiarimenti sul milione già volato Malumori al Parco delle Madonie, il delegato Bellavia: «Da noi 280mila euro, ma per fare cosa?»

Di Mario Barresi - Luisa Santangelo |

Due interrogazioni parlamentari, una polemica interna e qualcuno che sogghigna mentre guarda la storia da lontano. La spedizione della Regione Siciliana per l’Expo di Osaka, in Giappone, si avvicina con una certa angoscia, per chi dovrà partire. Il pensiero, cioè, che i riflettori siano già accesi su qualunque spesa, puntati su ogni scontrino che sarà chiesto di rimborsare.

I fatti

Il fatto è questo: dall’8 al 14 giugno la Sicilia godrà della sua settimana di visibilità all’esposizione nipponica. Un’opportunità globale. Solo per esserci, la Regione ha investito 420mila euro. In più, come rivelato ieri dal quotidiano La Sicilia, tra una spesa e l’altra – viaggi della delegazione, logistica, comunicazione e le ormai celebri parannanze, cioè i grembiuli personalizzati -, ha già speso quasi altri 600mila euro, fino ad arrivare a un milione e novemila euro complessivi. Senza che la delegazione sia ancora in viaggio.

Perplessità all’Ars

Le prime rimostranze arrivano dall’Assemblea regionale siciliana. In questi giorni, a chiedere chiarezza ai dipartimenti regionali sui costi saranno, con altrettante interrogazioni, la deputata Valentina Chinnici con l’intero gruppo del Partito democratico, e il deputato pentastellato Luigi Sunseri, che annuncia anche una richiesta di accesso agli atti.

«Cercheremo di capire la congruità dell’investimento – spiega Chinnici – Ogni volta che proponiamo di allocare somme su temi di natura sociale ci viene risposto che non ci sono risorse sufficienti. Ma per iniziative come quella di Osaka si trovano sempre. In assenza di una visione politca, questo governo gioca tutto sulla visibilità».

Il caso del Parco delle Madonie

Prima ancora dell’Ars, a volere risposte era stato anche Gaetano Bellavia, assessore al Bilancio di Polizzi Generosa e, soprattutto, consigliere delegato al Parco delle Madonie. Il 27 maggio 2025, infatti, il commissario dell’ente madonita ha convocato il consiglio per trattare, tra gli altri punti, la «Variazione di bilancio 2025-2027 per Expo Osaka 2025 e per fabbisogno del personale». Era il momento in cui il Parco accettava di ricevere i 280mila euro (175mila da un articolo della finanziaria e 105mila da un altro) necessari per il viaggio in Sol Levante.

I Parchi delle Madonie e dei Nebrodi, infatti, sono individuati dall’assessorato all’Ambiente come protagonisti dell’esperienza. L’obiettivo è portare in Giappone il modello delle aree protette siciliane. Secondo una stima interna, gli uffici avevano contato rappresentanti e tecnici, questi ultimi scelti in base all’esperienza e alle competenze linguistiche, da spedire in trasferta intercontinentale: sarebbero costati 498mila euro. Cifra che, si apprende, l’assessora Giusi Savarino avrebbe ridimensionato. E parecchio.

I 280 mila euro fantasma

I 280mila euro, però, alle Madonie sono andati. «La delibera di variazione, oltre a essere priva del parere del Revisore dei conti, manca del prospetto degli equilibri di bilancio», si legge in una nota con cui l’assessore Bellavia contesta il trasferimento del denaro al Parco. Anche per via dell’assenza di dettagli. «Della destinazione di queste somme non è dato sapere quale sia l’orientamento del commissario così come del comitato esecutivo in merito a una puntuale utilizzazione delle risorse introitate», afferma Gaetano Bellavia. Vista la «delicatezza» delle delibere, continua il consigliere del Parco, «per l’entità del finanziamento concesso e per la rilevanza dell’evento sarebbe stato opportuno conoscere il piano dei programmi e delle iniziative che si intende mettere in atto per garantire la più idonea presenza dell’Ente all’Expo di Osaka».

La polemica

A corollario, sottolinea il delegato, non è che il Parco delle Madonie per il resto se la passi alla grande: c’è da investire nella progettazione, nella creazione di una «adeguata sentieristica», nella gestione della fauna selvatica, nella vigilanza e nella copertura degli indennizzi per i danni. Come a dire: parte di questi 280mila euro anziché essere investiti in Giappone non potevano essere spesi direttamente sul territorio? La Sicilia ha tentato di contattare il commissario dell’Ente parco per chiederlo, senza successo.

Chi non ha investito

Chi non sembra avere investito un solo euro, pur essendo tra gli assessorati coinvolti dall’accordo con il Commissariato generale per l’Italia a Expo 2025 è l’assessorato ai Beni culturali. Gli tocca versare 75mila euro per portare la Sicilia a Osaka, ma di altri costi non sembra averne sostenuti, per ora. Del tutto fuori sembra essere pure l’assessorato all’Agricoltura di Giovanni Barbagallo, tecnico d’area sammartiniana. Nella presentazione delle attività previste, si legge: «Prenderà vita un progetto artistico che vedrà nel grano, simbolo profondo della cultura siciliana, il suo cuore pulsante. Una statua di Demetra, replicata fedelmente, e un’installazione in pane intitolata “Dono” accompagneranno i visitatori in un percorso evocativo». Tra grano e pane, sarebbe stato lecito attendersi un protagonismo dell’assessorato competente. Eppure niente, forse per previdente scelta di spending review interna.

Il convitato di pietra

Ma il vero convitato di pietra, dal punto di vista politico, al di là delle spese del suo assessorato, è Edy Tamajo, che avrebbe dovuto avere il coordinamento della spedizione ma che, si racconta, è stato quantomeno evanescente. La macchina dell’organizzazione, comunque, va avanti. Per la Sicilia è tempo di ultimi ritocchi e spedizioni, soprattutto per i 19 artigiani in vetrina. Nota a margine: nove vengono dalla provincia di Palermo, quattro da quella di Catania (uno solo si occupa di pietra lavica), tre da Caltanissetta, due da Enna, una da Messina. Le proposte provenienti dalle altre province non sono state accolte dalla commissione giudicatrice.

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