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L'incendio alla Zona Industriale quasi spento: sotto controllo possibili focolai e la qualità dell'aria

Il giorno dopo l'inferno di fuoco che si è verificato in un deposito della Etna Global Service, vigili del fuoco ancora al lavoro anche per capire cosa abbia provocato il rogo

Laura Distefano

10 Agosto 2025, 12:22

ncendio Zona Industriale

ncendio Zona Industriale

I campionatori ad alto volume dell’aria sono stati posizionati già ieri dai tecnici dell’Arpa. Ma per avere i primi risultati si dovrà attendere qualche giorno. Ieri mattina è scoppiato l’inferno alla V strada della zona industriale di Catania. In una ditta di conferimento e recupero di rifiuti differenziati, precisamente plastica e cartone, è divampato un rogo da cui si è alzata una colonna di fumo nero visibile da tutta la città e che non è stato ancora del tutto spento.

Il fattore vento e il primo filtro all'Arpa

Alla Plaia è scoppiato il panico e i bagnanti hanno deciso di abbandonare la spiaggia. Quando la plastica brucia la presenza di diossina nell’aria più che una probabilità è una certezza. Ma quelle che si dovranno accertare sono le ricadute e quindi le concentrazioni di diossina dopo lo spegnimento dell’incendio. Il fattore vento giocherà un ruolo da protagonista per la dispersione dei fumi. Ma come detto servirà attendere i risultati degli esami: oggi il primo filtro entrerà nel laboratorio dell’Arpa, ma gli esiti saranno a disposizione solo fra qualche giorno. In questo tempo intermedio, gli imprenditori dovranno valutare, di concerto con i tecnici dello Spresal dell’Asp di Catania, le iniziative da intraprendere per garantire la sicurezza di lavoratori e dipendenti. Una priorità (quella della salute dei lavoratori) chiesta a più voci dai sindacati.

Caccia ai possibili focolai

Ieri sera i vigili del fuoco hanno comunicato che il rogo «è sotto controllo e che stanno eseguendo la fase di minuto spegnimento e messa in sicurezza». Oggi comunque l’intervento continuerà per poter verificare possibili focolai fra le balle di rifiuti pressati. La plastica è un combustibile difficile da domare.
Ieri mattina i primi ad arrivare sul posto sono stati gli uomini del Corpo Forestale, che hanno subito allertato i vigili del fuoco che hanno preso le redini del delicato intervento. Sono arrivati uomini e mezzi anche da distaccamenti fuori città. In un primo momento si è anche paventato il rischio di una deflagrazione per la presenza di una cisterna con del gasolio all'interno. Ma il serbatoio è stato prontamente spostato con l’utilizzo del ragno meccanico. «Grazie al tempestivo intervento dei vigili del fuoco il pericolo è stato scongiurato. Inoltre l’incendio è stato circoscritto allo stabilimento ed è stato evitato che coinvolgesse gli stabilimenti confinanti», ha spiegato Antonino Ciavola, dirigente dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Catania che dal posto ha coordinato la macchina dell’ordine e della sicurezza pubblica. Questo è stato possibile anche grazie al supporto di due autobotti del corpo forestale e di un mezzo della protezione civile. È arrivata in ausilio anche un’autocisterna in dotazione alla polizia.

La messa in sicurezza della zona

«Abbiamo evacuato le aziende limitrofe e cinturato la zona», ha argomentato ancora il dirigente di polizia, Ciavola. È stata creata una “zona rossa” il cui accesso è stato consentito solo a chi stava operando. La V Strada è stata totalmente chiusa al traffico, fino a ieri sera non era consentita la viabilità. Nastri bianchi e rossi hanno delimitato la zona: a presidiare oltre alla Volanti, anche le pattuglie della polizia municipale e le gazzelle dei Carabinieri. Per precauzione erano presenti le ambulanze del 118. La colonna di fumo, seppur meno fitta, fino al tardo pomeriggio di ieri era visibile da diverse parti dell’area metropolitana.
Una volta terminata la fase di spegnimento, si dovranno raccogliere tutti gli elementi per capire da dove è partito l’innesco e cosa abbia provocato il rogo. La procura di Catania, così come la Prefettura, è stata aggiornata costantemente su quello che accadeva. Le indagini tecniche saranno espletate dagli esperti della polizia giudiziaria dei vigili del fuoco.

L'innesco

Da primissime ipotesi pare che l’innesco sia partito dal centro di deposito, che avviene il conferimento del rifiuto che poi viene separato dal materiale di scarto. I titolari della società colpita dal rogo, l'Etna Global Service, hanno seguito in diretta l’evolversi delle operazioni. Disperati per aver assistito al letterale incenerimento della loro azienda, ma comunque sollevati dal fatto che nessuno si sia fatto male. Ieri i vertici di Egs hanno rilanciato un comunicato: «L'incendio non è stato doloso ma si presume (poiché non sono state concluse le indagini) sia stato causato dallo sfregamento di materiali ferrosi che alimentati dagli agenti atmosferici abbia causato l'incendio coinvolgendo solo ed esclusivamente gli impianti della suddetta azienda di selezione rifiuti. L'impianto si trova all'interno di uno spazio condiviso con un’azienda collegata, sempre di proprietà dello stesso gruppo, si sottolinea però che le strutture di Ecolandia srl, il personale, gli uffici e i mezzi di lavoro non sono stati coinvolti e nessuna attività sarà ed è stata compromessa».
Emergenza anche a Camporotondo Etneo, dove è divampato un incendio sempre di rifiuti venerdì sera (approfondimento in cronaca a pagina X). Molte famiglie sono state evacuate e hanno potuto far rientro in casa soltanto ieri.