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Lo Stromboli si è “risvegliato”: nuova esplosione nella notte

Di Redazione |

Una nuova “esplosione maggiore” è  stata registrata in nottata sul vulcano Stromboli dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Si tratta del secondo episodio dopo quello del 24 aprile scorso. La prima esplosione si è verificata poco prima dell’una ed ha interessato la bocca denominata “N2”, posta nell’area settentrionale della terrazza craterica dello Stromboli. La durata di questo evento è stata di circa 5 secondi. I prodotti grossolani, sia litici (e cioè frammenti di lava già consolidata) che piroclastici (e cioè brandelli di magma incandescente), si sono distribuiti principalmente in direzione ovest-nord ovest ricoprendo la parte alta della Sciara del Fuoco e rotolando abbondantemente lungo le sue pendici.

Diciassette secondi dopo la prima esplosione, si è verifiata un’attività di modesto fontanamento (si tratta cioè di un getto continuo di lava, in questo caso espulso a un’altezza dell’ordine di alcune decine di metri) che,  gradualmente, è passata a esplosioni stromboliane discontinue (spattering), intervallate da alcune esplosioni di cenere e materiale incandescente di bassa intensità che hanno raggiunto un’altezza massima di circa 80 m.

L’intera sequenza esplosiva è durata complessivamente circa tre minuti. Successivamente, il vulcano è tornato a produrre la sua normale attività stromboliana. Come noto, questi eventi esplosivi sono contraddistinti da una maggiore violenza rispetto all’attività stromboliana “ordinaria” che, invece,  caratterizza nella quotidianità questo vulcano.

Si tratta – hanno spiegato dall’Ingv – di eventi imprevedibili che possono causare la ricaduta di bombe vulcaniche, lapilli e frammenti rocciosi anche abbastanza grandi nella porzione sommitale del vulcano, e che quindi risultano potenzialmente pericolosi per qualsiasi osservatore si trovi a transitare nelle zone del belvedere del Pizzo sopra la Fossa, o lungo i sentieri che vi conducono. L’esplosione avvenuta ieri sera, però, forse a causa del vento, ha prodotto una abbondante ricaduta di materiale incandescente unicamente all’interno della terrazza craterica e lungo la Sciara del Fuoco, risparmiando la zona del Pizzo.

L’attività eruttiva dello Stromboli è costantemente monitorata dall’INGV mediante i sistemi osservativi, geofisici e geochimici gestiti dalle Sezioni di Catania, Napoli e Palermo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA