«Ha giacca e cravatta, altro che lupara e coppola», l'identikit del mafioso disegnato dal presidente dell'Anm
A 31 anni dalla strage di Capaci l'intervista ad Alessandro Rizzo: «La memoria è un esercizio costante»
I volti di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nella storica (e simbolica) foto di Tony Gentile torna a trasformare la scalinata del Palazzo di Giustizia. Il legame di legalità tra Anm e Liceo Emilio Greco si ripete nel giorno dell’anniversario della strage di Capaci. La commemorazione (che partirà alle 18,30 a piazza Verga) è solo il punto finale di un percorso intrapreso da mesi. Ne abbiamo parlato con il presidente dell’Anm, Alessandro Rizzo. Il giudice è consapevole che la magistratura non è scevra dal giudizio dei cittadini.
Presidente, sono passati 31 anni da quel tragico giorno. Lei ha un ricordo legato alla Strage?
«Sono emiliano, nato e cresciuto a Modena, e il giorno di quella terribile Strage avevo undici anni. Ricordo lo sgomento dei miei genitori nell'assistere alle immagini riportate dai telegiornali, furono loro a spiegarmi quegli eventi e l'importanza di personalità come Falcone e Borsellino nella storia del nostro Paese. Ed è stato anche grazie all'esempio di questi grandi servitori dello Stato che ho capito, crescendo, che tutti noi, anche nel nostro piccolo, possiamo ogni giorno dare il nostro contributo per fare in modo che quelle tragedie non accadano più»
L’esercizio della memoria è un patrimonio da non disperdere.
«La memoria è un esercizio costante, trova la sua massima espressione nella celebrazione di ricorrenze simboliche, ma è nello sforzo quotidiano di vivere nel rispetto degli altri che rintraccia il suo significato più profondo. Tuttavia, non potrebbe esserci alcun proficuo esercizio della memoria senza la reale adesione e condivisione, giorno per giorno, di quel sistema di valori e principi che ha guidato l'azione delle donne e degli uomini che oggi ricordiamo»
Ci spiega lo spirito dell’ iniziativa “Musica per essere. Capaci di Ricordare? Con padre Resca e CittàInsieme cosa è successo?
«La legalità, il rispetto delle regole, il saper vivere in comunità nel rispetto reciproco si insegnano in primo luogo nelle famiglie e nelle scuole. Per tale ragione la Anm di Catania da sempre collabora con gli istituti scolastici organizzando momenti di riflessione e confronto su temi importanti come, ad esempio, il cyberbullismo ed il corretto utilizzo dei social network. Il coinvolgimento del coro e dell'orchestra giovanile Musicainsieme a Librino nella commemorazione odierna ci è sembrata, dunque, una scelta più che naturale e coerente con lo spirito delle attività che curiamo durante l'anno in collaborazione con scuole ed università, servizi sociali, magistrati ed esponenti delle forze dell'ordine. Per quanto riguarda la partecipazione di Cittàinsieme alla commemorazione organizzata dalla Anm, tale associazione è stata ovviamente invitata a prendervi parte, così come tutte le altre realtà che compongono il panorama civile catanese. Mi preme precisare che tutti questi enti (ivi inclusa Cittàinsieme) sono stati invitati nello stesso giorno, in vista dell'evento odierno, che quest'anno abbiamo deciso di organizzare con la collaborazione di Musicainsieme a Librino - circostanza, quest'ultima, che ha innescato, da parte di don Resca, una polemica circa il fatto che la sua associazione non sarebbe stata parimenti invitata quale co-organizzatore della manifestazione. Sul punto, devo ribadire ancora una volta che la Anm intende collaborare, di volta in volta, con enti ed associazioni diverse, onde garantire a tutte queste realtà l'opportunità di partecipare attivamente alle nostre attività: come detto, quest'anno abbiamo scelto, per questo scopo, Musicainsieme a Librino e rivendichiamo con orgoglio tale scelta. Ci saremmo aspettati da un sacerdote come padre Resca un uso un po' più saggio della virtù della moderazione»
Ormai è una tradizione la scalinata della legalità.
«La decorazione della scalinata si pone in perfetta continuità con le attività che la Anm cura in collaborazione con le scuole del comprensorio etneo. E sì, è divenuta una vera e propria "tradizione" che, oltre ad abbellire i luoghi dove si amministra la giustizia in nome del popolo, ha dato lustro e risalto alla nostra città addirittura oltre i confini nazionali. Ogni anno il Liceo Artistico Emilio Greco, grazie all'impegno ed al lavoro dei suoi alunni, delle professoresse Sara Maricchiolo, Veronica Zappalà e del Preside Antonio Massimino, rende possibile la realizzazione di questo "ponte" che ci porta dal 23 maggio al 19 luglio, ispirandoci e facendoci riflettere su ciò che tutti noi possiamo fare nel quotidiano per rendere migliore la nostra comunità, e per questo voglio pubblicamente ringraziare, a nome della Anm di Catania, tutti i responsabili di questo progetto».
Processo sul depistaggio. Secondo lei la magistratura ha mancato in autocritica?
«La mia opinione è che compito della magistratura sia indagare e perseguire coloro che commettono gravi reati, è ad altri che spetta il compito di ricostruire - da un punto di vista storico, s'intende - le vicende che hanno caratterizzato i periodi più bui della storia italiana e trarne spunti di riflessione. Un giudice porta con sé il fardello di dover giudicare i comportamenti altrui, distribuendo ragioni, torti e sanzioni. Ma nel fare questo, un giudice deve essere pronto a sottomettersi al giudizio di quello stesso popolo nel cui nome egli amministra la giustizia. Ed imparare anche a fare ammenda dei propri errori - i magistrati sono esseri umani e possono sbagliare, come tutti. Penso, ad esempio, agli scandali che hanno interessato negli ultimi anni il Consiglio Superiore della Magistratura: quello può essere un buon punto di partenza per fare un sano esercizio di autocritica. E, magari, per rimediare a determinate disfunzioni. I cittadini, come ho detto, ci guardano e ci giudicano»
Molti identificano la mafia nella lupara e la coppola, ma Cosa nostra (e ce lo insegna Falcone) veste anche giacca e cravatta.
«Nulla di più vero. E, da emiliano che vive ormai da anni in Sicilia, le posso dire che il pericolo di infiltrazione delle organizzazioni di stampo mafioso nel tessuto socio-economico costituisce un problema reale non solo nel sud del Paese, ma anche nelle altre regioni e da tempo, oramai. E' quindi necessario tenere alta la guardia non solo a livello istituzionale ed in fase di contrasto di tali fenomeni criminali - penso alla meritoria attività delle forze dell'ordine e della magistratura - ma anche nella fase più propriamente "preventiva", rinforzando quel "tessuto connettivo" che tiene insieme una comunità, un tessuto che si basa sulla fiducia e sul rispetto delle regole. E' proprio in questo che, personalmente, ritrovo il senso più autentico delle attività che da anni la Anm porta avanti anche in collaborazione con la società civile, a Catania come in tanti altri luoghi d'Italia».
Torna al Tribunale la “scalinata della giustizia”
Alle 18,30 l’iniziativa dell’Anm “Musica per essere. Capaci
di Ricordare”
il caso
Acqua sul fuoco dopo la polemica innescata da CittàInsieme