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Mafia, sentenza d’appello “Iddu”: altri 20 anni per il boss del clan Brunetto
Secondo grado del processo scaturito dal blitz Iddu che ha azzerato la cosca di Riposta vicina ai Santapaola
A pochi giorni dalla conferma dei 30 anni per l’omicidio di Dario Chiappone, è arrivata un’altra stangata per Benito La Motta, boss del clan Brunetto di Riposto. La Corte d’Appello di Catania ha infatti confermato, pur riconoscendo la continuazione con un’altra sentenza, la condanna a 20 anni per mafia nell’ambito del processo frutto del blitz “Iddu”. Un nome ispirato dal modo in cui gli affiliati lo chiamavano durante le telefonate per depistare possibili intercettazioni.

I carabinieri nel 2020 fecero recapitare in carcere al capomafia l’ordinanza che lo vedeva a capo della cellula dei Santapaola. Cosa nostra attorno a La Motta avrebbe creato un piccolo impero criminale fatto di droga e racket delle estorsioni. Il clan non andò in crisi nemmeno quando il capo andò dietro le sbarre: a fare da supplente e messaggera sarebbe stata la moglie Grazia Messina, condanna a 8 anni (in primo grado il gup le aveva inflitto 9 anni). La Corte d’Appello ha riconosciuto ad alcuni imputati le attenuanti generiche ad altri ha escluso la recidiva, queste due valutazioni hanno portato alle riduzioni nel dispositivo.
Ecco la sentenza della Corte d’Appello con riforme e conferme: Benito La Motta 20 anni (continuazione con altra sentenza), Grazia Messina 8 anni, Giovanni Bonaccorso 5 anni e 5mila euro di multa, Abedelmajid Bouallaucha 6 anni e 8 mesi, Giuseppe Campo 8 anni, Ornella Cartia 5 anni 3 mesi e 10 giorni, Paolo Castorina 6 anni e 12 mesi e 20 giorni (conferma primo grado) , Andrea La Spina 6 anni 12 mesi e 20 giorni(conferma primo grado), Cateno Mancuso 12 anni e 2 mesi (continuazione con altra sentenza), Massimiliano Mancuso 8 anni 4 mesi e 7 giorni, Salvatore Marletta 3 anni e 18mila euro di multa, Liborio Previti 11 anni, Giovanni Russo 7 anni 1 mese e 23 giorni, Andrea Sapienza 7 anni e 4 mesi (conferma primo grado) Gaetano Zammataro, difeso da Giovanni Spada, è stato assolto per non aver commesso il fatto. Maria Caterina Caltabiano, che assiste Messina, Cartia, Previti e Campo, si ritiene abbastanza soddisfatta per le riforme applicate dalla Corte d’Appello. Completano il collegio difensivo gli avvocati Luca Pece, Giuseppe Testa, Michele Pansera, Cristoforo Alessi, Enzo Iofrida, Maria Ventura, Salvo Pace e Lucia D’Anna. Alla lettura delle motivazioni, che arriveranno tra 90 giorni, i legali valuteranno il ricorso per Cassazione.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA