Mafia, sequestrati a Catania i beni del boss di Picanello Giovanni Comis

Di Mario Previtera / 24 Marzo 2022
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I Carabinieri del Comando Provinciale di Catania hanno eseguito un decreto di sequestro beni emesso dal Tribunale etneo – Sezione Misure di Prevenzione, a carico di Giovanni Comis, considerato  personaggio di elevato spessore criminale con incarichi di vertice nel gruppo di “Picanello” della famiglia di Cosa Nostra catanese “Santapaola-Ercolano”, destinatario di più condanne anche irrevocabili per associazione di tipo mafioso e detenuto dallo scorso ottobre per reati di trasferimento fraudolento di valori e autoriclaggio tesi a preservare il proprio patrimonio.

 


In particolare, gli approfonditi accertamenti patrimoniali svolti hanno consentito di far emergere come, almeno dal 2008, l’uomo  ed il nucleo familiare di appartenenza abbiano tratto i propri mezzi di sostentamento da redditi di provenienza illecita (grave è risultata la sperequazione reddituale).

 

 


I Carabinieri hanno proceduto al sequestro di beni ai sensi del Codice antimafia per un valore complessivo di oltre 2,5 milioni di euro, costituiti, tra l’altro, dalla casa discografica “Q Factor Records s.a.s.”, con sede in via Caduti del lavoro 97, intestata ad uno dei figli del boss e utilizzata da noti cantanti neomelodici, nonché da una palazzina con 12 unità immobiliari in fase di completamento e ubicata in zona centrale del capoluogo etneo e  un appartamento al villaggio Reysol, a Costa Saracena.

Nel corso delle indagini del blitz Orfeo, che nel 2017 portò a una serie di arresti, il gruppo di Picanello, guidato da “papà” Comis (così come il leader veniva chiamato nel corso di alcune intercettazioni), è stato definito dalla Procura come uno dei più forti di questa frangia di Cosa nostra. Non a caso Vincenzo Santapaola, figlio di Nitto, per un periodo fissò la propria dimora in quella zona della città.

 

 

 

Pubblicato da:
Alfredo Zermo