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Mediterranea sfida il Viminale e fa rotta verso Trapani: «I migranti a bordo hanno bisogno di cure urgenti»

Il porto assegnato era Genova. Sulla nave dell'Ong dieci persone tra cui tre minori

Redazione La Sicilia

23 Agosto 2025, 19:46

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Sta facendo rotta verso Trapani, Mediterranea, la nave dell’omonima ong, con a bordo 10 migranti tratti in salvo nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi. Si tratta di cittadini kurdi di Iran e Iraq, egiziani e siriani, tra cui tre minori non accompagnati di 14, 15 e 16 anni.

https://twitter.com/RescueMed/status/1959291224499638391

Nelle scorse ore la nave umanitaria, a cui le autorità hanno assegnato Genova come porto di sbarco, aveva chiesto l’indicazione di un approdo più vicino. Alle 16.16, mentre Mediterranea si trovava al largo dell’arcipelago delle Egadi, il comandante e il capomissione della nave hanno comunicato al Mrcc di Roma che visto «il peggioramento delle condizioni psicofisiche delle dieci persone soccorse a bordo, non sussistono le condizioni di sicurezza per proseguire la navigazione per quasi tre giorni di mare verso Genova». Da qui il cambio di rotta. «Le persone devono essere sbarcate appena possibile per ricevere le necessarie cure mediche e psicologiche a terra», dicono dall’ong. L’arrivo al porto di Trapani è previsto intorno alle 20.

https://twitter.com/RescueMed/status/1958416766259917004

«Ci assumiamo il comandante e io la piena responsabilità di questa scelta - dice Beppe Caccia, capomissione a bordo - la nostra prima e unica preoccupazione sono le condizione delle persone a bordo, già provate e traumatizzate da tutto quello che hanno passato in Libia e in mare. Non possiamo tollerare giochetti politici sulla pelle di dieci ragazzi che stanno male e devono essere curati. Che il governo se la prenda con noi, non con i naufraghi superstiti. Disobbediamo - conclude il capomissione di Mediterranea - a un ordine ingiusto e inumano del ministero dell’Interno. Ma così facendo obbediamo al diritto marittimo, alla Costituzione italiana e alle leggi dell’umanità».