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Migranti, la Libia: «Ong scorretta a far rotta verso l’Italia». E Salvini: «Mi aspetto l’arresto»

Di Redazione |

LAMPEDUSA – Comincia ad assumere sempre più i contorni del braccio di ferro tra Ong e governo italiano la situazione della nave Mare Jonio, nave della organizzazione non governativa Mediterranea Saving Humans battente bandiera tricolore, che ha salvato 49 migranti nel Canale di Sicilia e poi ha fatto rotta verso l’Italia chiedendo un «porto sicuro» che il ministro Matteso Salvini gli ha negato fermamente. Dopo Aquarius, il caso Diciotti, ProActiva Open Arms e Sea Watch, ora scoppia quindi il caso Mediterranea: «E’ la nave dei centri sociali», ha detto il capo del Viminale spiegando il suo netto no allo sbarco dei migranti soccorsi in Italia e riferendosi al portavoce Luca Casarini. 

Il comportamento tenuto dai responsabili della nave Mare Jonio «dimostra il chiaro intento di voler portare in Italia immigrati clandestini. Nelle ultime ore, a conferma che la presenza di navi Ong è un incentivo alle partenze, si sarebbe verificato un naufragio davanti alla costa di Sabrata» ha specificato il  Viminale illustrando gli elementi emersi nella riunione del Tavolo di forze di polizia ed esperti convocato dal ministro dell’Interno Matteo Salvini per valutare la situazione sbarchi.

La Mare Jonio, sostiene il Viminale, riportando le considerazioni del Tavolo, «ha disobbedito per ben due volte all’ordine della Guardia di Finanza di spegnere i motori. È come un’auto che non rispetta l’alt di un posto di blocco. Il mare non era mosso né c’era pericolo di affondamento. La Mare Jonio era più vicina a Libia e Tunisia ma ha fatto rotta verso l’Italia, sottoponendo gli immigrati a un viaggio più lungo. La nave non ha avvisato Malta. Ha disobbedito alle indicazioni della guardia costiera libica e di quella italiana». 

E in effetti, secondo quanto riportato dalla stessa Ong, il comandante della Mare Jonio avrebbe risposto così via radio alla motovedetta della Guardia di finanza che gli intimava di fermarsi: «Abbiamo persone che non stanno bene, devo portarle al sicuro e ci sono due metri di onda. Io non spengo nessun motore». La ong definisce Marrone «un vero capitano. Di professione è pescatore. Per decenni ha navigato in quel tratto di Mediterraneo che accomuna Libia, Italia e Tunisia. Oggi è il comandante della Mare Jonio. Abbandonare esseri umani in mare per un pescatore non è solo reato, è tradimento». 

Ma secondo il portavoce della Marina libica, l’ammiraglio Ayob Amr Ghasem,  la nave Mare Jonio del progetto Mediterranea avrebbe agito scorrettamente nel salvataggio dei migranti. Una pattuglia portatasi nell’area dove era stato segnalato il gommone «ha scoperto che una ong non aveva preso contatto» con la Guardia costiera libica, ha detto il portavoce. «Hanno preso contatto dopo» l’intervento «e hanno sostenuto che i migranti erano in una condizione che necessitava un salvataggio» ma «ciò è scorretto», ha sostenuto Ghasem aggiungendo che «l’imbarcazione era senza motore» ma «intatta».

La Mare Jonio «è arrivata all’imbarcazione prima di noi», ha detto ancora il portavoce della Marina che controlla anche la Guardia costiera libica. «Abbiamo preferito non intervenire in quanto avevano già avviato l’operazione di salvataggio» e si temeva per l’incolumità dei migranti, ha aggiunto Ghasem. 

«Se un cittadino forza un posto di blocco stradale di Polizia o Carabinieri, viene arrestato. Conto che questo accada» si è augurato dal canto suo il ministro dell’Interno Matteo Salvini. «Hanno ingorato le indicazioni della Guardia Costiera libica che stava per intervenire, scelta di navigare verso l’Italia e non Libia o Tunisia, mettendo a rischio la vita di chi c’è a bordo, ma soprattutto disobbedienza alla richiesta di non entrare nelle acque italiane».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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