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Migranti, Salvini ancora contro i pm siciliani: «Indagano me invece degli scafisti»

Di Redazione |

CATANIA – Non si placa l’ira del vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini contro magistrati, istituzioni e cardinali sulle vicende dei migranti. Dopo aver attaccato i magistrati del Tribunale dei ministri di Catania, Salvini si scaglia contro quelli di Agrigento per il caso Sea Watch: «In Italia si entra se si ha il permesso. Anche se ormai ne ho viste di tutte, e non mi stupisco più di nulla: lì c’è una Procura e c’è un giudice che invece che indagare gli scafisti indaga me. Siamo un paese un po’ stranino», ha detto il  vicepremier durante un comizio a Sassuolo parlando della Sea Watch3 ormeggiata al largo di Lampedusa.

Ma è contro l’Organizzazione della Nazioni Unite che Salvini pronuncia le parole più dure. Ieri l’Alto Commissariato per i Diritti umani delle Nazioni Unite (Ohchr) aveva puntato  l’indice contro le politiche migratorie del Viminale di Matteo Salvini e in particolare il decreto sicurezza bis. «Violano i diritti umani», è la sintesi di una lettera fiume di ben 12 pagine fitte, in cui si giunge a chiedere al governo di assumere «misure ad interim» per «fermare le violazioni» ed evitare che si ripetano».  Nello specifico, si chiede al governo di ritirare le circolari di Salvini contro la Mare Jonio e di bloccare il provvedimento che multa le Ong che effettuino soccorsi in mare. 

«E’ da scherzi a parte» l’atteggiamento dell’Onu secondo Matteo salvini che spiega: «Un organismo internazionale che costa miliardi di euro ai contribuenti, che ha come membri la Corea del Nord e la Turchia, regimi totalitari, e viene a fare la morale sui diritti umani all’Italia, a Salvini per il decreto sicurezza, fa ridere».

In una polemica nota emessa stamattina dal ministero dell’Interno, si sottolinea poi che «il Viminale non ha sottovalutato la lettera dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani dell’Onu, soprattutto alla luce della competenza e dell’autorevolezza delle Nazioni Unite in materia. Autorevolezza – e qui emerge la vena ironica e polemica – testimoniata da alcuni Paesi membri dell’Onu come Turchia e Corea del Nord. È quindi singolare che l’Alto Commissariato per i Diritti Umani non si fosse mai accorto che la multa per chi favorisce l’ingresso non autorizzato di immigrati fosse già presente da tempo nell’ordinamento italiano (articolo 12 del Testo unico sull’immigrazione): il Decreto Sicurezza Bis aggiorna la norma. Una svista che gli uffici del ministero dell’Interno avrebbero segnalato riservatamente agli autori della lettera, se solo l’Alto Commissariato l’avesse inviata prima al Viminale e poi – eventualmente – ai media e non viceversa».

La nota ribaduisce anche che “da parte del ministero dell’Interno resta confermato l’auspicio di vedere approvato il decreto Sicurezza Bis nel Cdm di lunedì, ritenendolo necessario, urgente e tecnicamente ineccepibile. Non solo. L’augurio è che l’autorevole Onu dedichi le energie all’emergenza umanitaria in Venezuela, anziché fare campagna elettorale in Italia».

Il caso Sea Watch

«Sono due giorni» che la nave Sea Watch 3 «mi dice “ministro fammi entrare”. Mi ha scritto l’Europa, il giudice, l’Onu, che stiamo violando i diritti umani, mi ha scritto un cardinale qua e un cardinale là. A tutti ho dato la stessa educata risposta: col mio permesso non sbarca nessuno» sono le parole definitive del vicepremier sulla barca della Ong tedesca che da giorni staziona al largo di Lampedusa.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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