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Militare morto, i legali della famiglia Paternò: «Abbiamo tante ipotesi»

Di Redazione |

SIRACUSA – «I consulenti consigliano un atteggiamento più critico per approfondire le risultanze e poter esprimere un giudizio quantomeno dopo l’esame istologico. Ma dovremo attendere una ventina di giorni». L’avvocato Dario Seminara, assiste Caterina Arena, moglie del sottufficiale Stefano Paternò, deceduto martedì scorso, sedici ore dopo avere avuto somministrata la prima dose di vaccino AstraZeneca.

Il legale ha nominato cinque periti che hanno preso parte all’autopsia disposto dal pm Gaetano Bono, che dirige l’inchiesta coordinata dal procuratore capo Sabrina Gambino. Si tratta di Angelo Indelicato, Giancarlo Guerrera, Lucio Di Mauro, del capitano di vascello Francesco Oristanio, e Dario Condorelli.

La famiglia ha sempre sostenuto una correlazione tra la somministrazione del vaccino e la morte di Paternò. E la notizia del ritiro momentaneo del vaccino in Italia non stupisce.

«Era un’operazione doverosa a cautela della collettività in attesa della risoluzione dei quesiti posti dalla Procura: è giusto che si faccia perché si possa vedere se oltre al nesso temporale che evidentemente c’è perché questo è un caso in cui il decesso avviene a distanza di sole 16 ore della somministrazione del vaccino, bisogna vedere se effettivamente c’è un nesso eziologico tra il vaccino e il decesso: è proprio questa è la risposta che ci darà l’autopsia. Certamente noi abbiamo fatto tante ipotesi, ma non le posso dire adesso perché è giusto verificarle alla luce degli esami istologici».

La moglie del sottufficiale morto ha invece spiegato i motivi che  che l’hanno spinta a presentare un esposto dopo il decesso  improvvisa del coniuge: «Mio figlio mi ha chiesto: “mamma perché è morto papà?” Ed io devo dargli una risposta». 

«Mio marito era una persona umile, amata da tutti, sempre disponibile con tutti senza volere mai nulla in cambio. Era generoso, buono. Si è vaccinato e diceva che l’unica soluzione per uscire da questa pandemia era proprio il vaccino e quindi lo consigliava a tutti – continua Caterina Arena, mamma di due ragazzi di 11 e 14 anni -. Ad esempio, a mia madre, settantenne, diceva: “Il prossimo turno è il tuo, mi raccomando vaccinati”».

Inizialmente la dose di vaccino aveva provocato in Paternò solo un innalzamento della temperatura, contrastato con la tachipirina. «Stava bene, si era anche ripreso dopo un pò di febbre. E poi di notte vengo svegliata perché lui comincia a tremare, aveva gli occhi aperti e lo sguardo era nel vuoto e ho capito subito che la situazione era grave. Ho chiamato mio fratello, il 118, e abbiamo iniziato il massaggio cardiaco. Poi poi sono arrivati i medici, dopo 45 minuti, e hanno dichiarato il decesso». Caterina Arena ha provato a reagire, a darsi delle risposte: «Per i miei figli, per me, per tutti, perché può essere di aiuto per l’intera comunità». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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