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Misiliscemi, il nuovo Comune siciliano nasce tra le polemiche per la secessione da Trapani

Di Redazione |

TRAPANI – Dopo un iter lungo dieci anni, l’Assemblea siciliana ha approvato il disegno di legge che istituisce il Comune di Misiliscemi, che raggruppa otto frazioni che si staccano dalla città di Trapani. Si tratta del 391° Comune della Sicilia. Il via libera è arrivato col voto segreto dell’aula: 21 favorevoli e 13 contrari.

Il nuovo Comune sarà retto da un commissario straordinario che rimarrà in carica fino all’elezione di sindaco e Consiglio. La sede legale provvisoria, nelle more dell’approvazione dello statuto, sarà nel Comune di Trapani.

Nel territorio di Misiliscemi rientrano le frazioni di Fontanasalsa, Guarrato, Rilievo, Locogrande, Marausa, Palma, Salinagrande, Pietretagliate. Il personale del Comune di Trapani, residente nelle frazioni scorporate, passerà alle dipendenze del nuovo ente locale.

Nel territorio ricadono strutture importanti, al momento sotto il controllo di Trapani: l’aeroporto di Birgi, l’ospedale, l’Università, lo stadio di calcio, il penitenziario. In totale Misiliscemi avrà 8.669 abitanti, circa il 12,5% degli attuali abitanti di Trapani.

Il nome Misiliscemi ovvero “ Masil Escemmu” è di origine araba e significa “torrente o luogo ove scorre l’acqua elevato”. Il territorio era attraversato dall’omonimo torrente, che nasceva dall’altura di Misiliscemi e sfociava nel mar Mediterraneo nei pressi della salina San Francesco. Il toponimo “ Masil ” ricorda la fitta serie di “Manzil” di cui la Sicilia era punteggiata. I “Manzil” erano “luoghi di sosta dove si scende da cavallo”, probabilmente casali abitati da poche famiglie. Sul versante sud-ovest del territorio degli odierni comuni di Trapani e Paceco, si estendevano ben otto territori, di cui tre autentici “Manzil”: Misiligiafari, Misilcharari (Fontanasalsa) e Misiliscemi. Il feudo di “Misiliscemi” era legato alla storia della famiglia trapanese ”de Sigerio”, una delle più potenti della città, che più tardi, nel secolo XVII, avrebbe assunto il cognome di Sieri Pepoli. Il feudo Misiliscemi, investì, per alleanze matrimoniali e politiche, il destino e le fortune di un gruppo di famiglie trapanesi, importanti nella storia della Sicilia dall’età federiciana al periodo aragonese.

«Mi giunge notizia – ha commentato Giacomo Tranchida, sindaco di Trapani – che l’ARS abbia a maggioranza votato per la nascita del nuovo comune in armonia al voto popolare di circa 32 mesi fa, cioè prima delle elezioni amministrative che ci hanno portato al governo della città di Trapani. Decenni di abbandono da parte delle amministrazioni e dei governi che ci hanno preceduto hanno la responsabilità politica della “divisione” socio-economica territoriale trapanese. Il nostro impegno, da subito, è stato quello di “restituire” attenzioni, opere e servizi al territorio e a tali cittadini trapanesi considerati in passato solo come periferia e feudi elettorali. Continueremo il nostro impegno, tanto investendo in progettualità, opere e servizi, senza arretrare di 1mm ed accompagneremo la nascita del nuovo comune “cugino di 1 grado” anche con nuove idee e progettualità oltre che con donne e uomini a servizio dello stesso».

«Prendiamo atto con amarezza del risultato del voto dell’Assemblea regionale che ha conclamato la nascita del comune di Misiliscemi, determinando la secessione di Trapani – ha detto il presidente del Comitatto per il no al nuovo Comune di Misiliscemi,Maurizio Miceli -. Non possiamo che rispettare il voto assembleare e riconoscere il merito ai nostri avversari di aver creduto e perseguito fino in fondo il loro obiettivo». 

«Rimane l’amarezza – aggiunge – di chi è convinto che unire e non dividere oggi, in materia di enti locali, specie in Sicilia, sia la vera necessità che tutti dovremmo abbracciare e realizzare. Ringrazio in egual modo tutti coloro che, al contrario, si sono spesi per il “no”, le forze politiche, i nostri simpatizzanti, gli abitanti delle zone del nuovo comune di segno opposto al movimento di Tallarita. Quando si cade bisogna avere sempre la capacità di rialzarsi e noi siamo convinti che Trapani si rialzerà anche questa volta, nonostante tutto».

«Come Movimento abbiamo sempre avuto un grande rispetto per il risultato referendario – ha affermato in una nota la deputata del M5S all’Ars, Gianina Ciancio – ma non possiamo non sottolineare che l’istituzione del Comune di Misiliscemi resti una scelta anacronistica, in un mondo che va verso l’accorpamento ed efficientamento dei servizi, e che apre un percorso tutto in salita e pieno di grossi punti interrogativi per il nuovo ente». 

«Nutriamo – dice la deputata – non poche perplessità sugli effetti che questa decisione potrebbe portare, in primis, per il comune di Trapani, a causa delle inevitabili refluenze sui tributi e sui servizi, e della perdita di territori importanti, come quello su cui insiste l’aeroporto. Comunque, vale la regola che chi non va a votare ha sempre torto, e Trapani, purtroppo, paga duramente il fatto che la stragrande maggioranza dei cittadini non sia andata a votare in occasione del referendum. Vedremo ora se il governo sarà capace di portare a compimento questo percorso o se la legge rimarrà sulla carta».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA