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Modello Genova in Sicilia? Ecco le opere che si possono realizzare

Di Mario Barresi |

Ha tagliato il nastro e fatto il segno della croce mentre il vescovo di Cefalù benediceva il viadotto maledetto. Ma Paola De Micheli, subito dopo, aveva mostrato un realismo materialistico: «Vi voglio dare soprattutto fatti e numeri». Sui primi il riferimento è ancora un auspicio: «Manderemo in gara a ottobre il raddoppio ferroviario Palermo-Catania-Messina». In subordine c’è un’altra novità: «Il ministero – conferma Giancarlo Cancelleri – sta per assegnare uno studio di fattibilità per chiudere l’anello autostradale siciliano sulle coste, da Gela a Castelvetrano».

E la ministra alle Infrastruttrure si è rifatta sotto con i numeri, annunciando «opere per quasi 18 miliardi, in tutti i settori, in Sicilia». L’ennesimo libro dei sogni, un’altro foglio di calcolo con lavori virtuali? De Micheli spiega perché no: «Ci sono due fattori di acceleramento rispetto all’inizio dell’impianto, ai 18 miliardi quando li abbiamo pensati ci sono le risorse del Recovery Fund che completeranno il finanziamento di tutte le opere e il Dl Semplificazioni che è arrivato in Parlamento da poco e che sarà convertito entro la metà del mese di settembre». In particolare l’effetto sblocca-cantieri si attende da due norme. L’articolo 9, che «ridisegna i confini di poteri dei commissari e che assume il meglio delle esperienze commissariali degli ultimi 15 anni». E ancora, «l’articolo 2, che permette a tutte le stazioni appaltanti di poter beneficiare delle accelerazioni previste per i commissari, senza bisogno di un nuovo atto del governo perché sono autoapplicative».

Cancelleri sogna «un boom di cantieri che può rilanciare l’economia fino al punto di far tornare in Italia laureati, tecnici e manovalanza specializzata» e individua anche alcune opere in corso (fra cui i cantieri infiniti di Caltanissetta-Agrigento e Palermo-Agrigento) come «positiva applicazione del dl Semplificazioni».

Ma quali sono le opere inserite nel pacchetto di incompiute da sbloccare nell’Isola? Al Mit c’è un elenco originario, svelato da La Sicilia nell’edizione dello scorso 20 aprile. In totale si parlava di 16 miliardi, a cui bisogna aggiungere altri importi per opere che, dice la ministra, riguarderanno «la portualità dell’isola regina del Mediterraneo», ma anche gli aeroporti (il piano del ministero è atteso per settembre) a cui «assicurare investimenti per migliorare i servizi, a maggior ragione dopo la crisi Covid».

Ecco comunque il piano iniziale. In cui la parte più consistente riguarda le ferrovie. Rfi ha in pancia progetti per 11 miliardi e 789 milioni. Questo l’elenco: nuovo collegamento Palermo-Catania; 5,6 miliardi; Messina-Catania (raddoppio Giampilieri- Fiumefreddo (2,3 miliardi); Nodo di Palermo (1,1 miliardi); raddoppio Palermo-Messina, tratta Fiumetorto-Castelbuono (938 milioni); nodo di Catania (251 milioni); velocizzazione Palermo-Agrigento (167 milioni); ripristino linea Palermo-Trapani via Milo (144 milioni); raddoppio Messina-Siracusa I fase (126 milioni); ripristino linea Caltagirone-Gela (90 milioni); velocizzazione Catania-Siracusa I fase (88 milioni); collegamento ferroviario aeroporto Fontanarossa (15 milioni); upgrading infrastrutturali e tecnologici della rete regionale (910 milioni).

La parte in quota Anas ammonta a 4 miliardi e 316 milioni nel dossier originario. Che comprende queste opere: Ragusa-Catania (754 milioni), manutenzione e riqualificazione autostrada Palermo-Catania (600 milioni); Palermo-Agrigento (563 milioni); completamento Libertinia-Licodia (350 milioni); tangenziale di Gela (316 milioni); completamento Caltanissetta- Agrigento (200 milioni); ammodernamento Adrano-Paternò (184 milioni); variante Vittoria-Comiso (164 milioni); completamento Nord-Sud tratto Mistretta-Nicosia (160 milioni); variante Trapani-Mazara (134 milioni) Gela-Catania, innalzamento dei livelli di standard sicurezza (100 milioni); Adrano-Bronte, II lotto adeguamento (66 milioni); variante di Alcamo, I lotto (25 milioni); interventi di manutenzione programmata su rete regionale (700 milioni). L’ad di Anas, Massimo Simonini, rincara la dose, ricordando il piano totale degli investimenti complessiviper la Sicilia, pari a 4,4 miliardi di euro, sia per la manutenzione programmata che per le nuove opere, a testimonianza del grande impegno dell’azienda per l’isola».

Un fiume di miliardi. Per ora sulla carta. Al governo giallorosso e all’insolito tandem De Micheli-Cancelleri (dem emiliana lei; grillino nisseno lui) l’onere di dimostrare che non è un altro bluff.

Twitter: @MarioBarresi

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