Per oltre due anni, un 44enne incensurato, avrebbe “molestato” un intero condominio rendendo un inferno la vita di una decina di inquilini, tra il 2018 e il 2022. Condomini di un complesso residenziale di un Comune dell’area jonica etnea, che, secondo l’accusa, hanno subito nel tempo vessazioni di ogni tipo al punto da spingerli a richiedere l’intervento dei carabinieri sulla scorta di un circostanziato esposto, cui ha fatto seguito l’assistenza legale di due delle vittime, dell’avv. Enzo Iofrida.
Nell’ambito delle successive indagini, i militari dell’Arma hanno raccolto la testimonianza di numerosi condomini, ricostruendo quello che, secondo l’accusa, sarebbe stata una molestia collettiva continuativa, di cui sono rimasti vittime 8 inquilini di un palazzo, ai quali, in più circostanze, lo “stalker condominiale” avrebbe rivolto frasi minacciose, volgari e offensive, oltre ad esplicite minacce di morte. Un impianto accusatorio che si fonda su una serie di fonti di prove e che hanno portato, nei giorni scorsi, al rinvio a giudizio del 44enne. L’udienza è stata fissata al 3 luglio 2024 nell’aula 2 “C“ del tribunale di Catania, II Sezione Penale.
L’accusa contestata, si configura come stalking condominiale, ovvero quel reato commesso da chi pone in essere comportamenti molesti e persecutori nei confronti dei vicini di casa, tanto da ingenerare in loro un grave e perdurante stato di ansia, frustrazione e paura per sé o per i propri familiari e da costringerli a cambiare le proprie abitudini di vita. Nel caso specifico, come si legge nel decreto che dispone il giudizio, il 44enne indagato avrebbe rivolto ad alcuni vicini di casa parole minacciose, volgari e offensive: “bastardi, carogne, fitusi, cornuti, figli di puttana”, nonché intonando canzoni di contenuto altrettanto volgare.Episodi avvenuti quando il presunto molestatore incrociava i vicini nelle aree comuni condominiali o quando vedeva questi ultimi affacciati al balcone o uscire in strada. Tra le accuse contestate e rimarcate nell’esposto, ci sarebbe, poi, quell’esplicita minaccia di morte rivolta ad un condomino e ai familiari di quest’ultimo: «t’ammazzo, ti apro in due, ti scippu u cori».Analogamente il presunto disturbatore avrebbe poi cagionato in alcuni inquilini di quel condominio un perdurante e grave stato di ansia e di paura, tale da ingenerare in loro un fondato timore per la propria incolumità e da costringere persino una sua vicina di casa a cambiare le sue abitudini di vita, in particolare a modificare l’ubicazione della camera da letto all’interno del proprio alloggio e a farsi la doccia esclusivamente nei momenti in cui il presunto molestatore condominiale era assente da casa.