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Montante “vuota” il sacco? L’ex presidente di Confindustria Sicilia ai giudici: «Voglio parlare»

Di Redazione |

Antonello Montante, l’ex Presidente degli industriali della Sicilia, condannato in primo grado a quattordici anni di carcere per corruzione, a tre anni dal suo arresto rompe il silenzio e annuncia: «Voglio parlare». Lo ha fatto durante il processo d’appello davanti alla Corte d’appello di Caltanissetta che si sta celebrando a porte chiuse perché con il rito abbreviato. Montante sarà interrogato dai giudici i prossimi 11, 12 e 18 giugno. Non si tratta di dichiarazioni spontanee ma di un interrogatorio vero e proprio. L’ex presidente di Unioncamere Sicilia e della Camera di commercio nissena era accusato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e accesso abusivo a sistema informatico. Sarebbe stato al centro del cosiddetto “Sistema Montante” una rete spionistica utilizzata per salvaguardare se stesso e colpire gli avversari. In primo grado la gup di Caltanissetta Graziella Luparello emise una pena maggiore della richiesta dei pm.

«Montante è stato il motore immobile di un meccanismo perverso di conquista e gestione occulta del potere che, sotto le insegne di un’antimafia iconografica, ha sostanzialmente occupato, mediante la corruzione sistematica e le raffinate operazioni di dossieraggio, molte istituzioni regionali e nazionali» ha scritto la Gup Luparello, nelle motivazioni della sentenza che il 14 maggio di due anni fa ha condannato a 14 anni di carcere Montante. L’ex capo di Confindustria Sicilia, scriveva il giudice, aveva dato vita «a un fenomeno che può definirsi plasticamente non già quale mafia bianca, ma mafia trasparente, apparentemente priva di consistenza tattile e visiva e perciò in grado di infiltrarsi eludendo la resistenza delle misure comuni».

«Il quadro che se ne ricava – scriveva il Gup – è in verità abbastanza desolante: quello di un uomo che di mestiere faceva il ricattatore seriale», impegnato nella «raccolta incessante di dati riservati, documenti e registrazioni di conversazioni». Secondo la ricostruzione del giudice Montante aveva compiti di «direzione, promozione e organizzazione» di un sodalizio di cui hanno fatto parte ufficiali di Polizia, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza: «Non può non esprimersi – diceva ancora il Gup – un giudizio assai severo sul particolare allarme sociale provocato dal sodalizio, e ciò in ragione della finalità delittuosa ad ampio spettro perseguita: eliminare il dissenso con il ricorso all’uso obliquo dei poteri accettativi e repressivi statuali, sabotare le indagini che riguardavano gli associati; praticare la raccolta abusiva di dati personali riservati, corrompere in maniera sistematica i pubblici ufficiali».

Adesso la decisione, arrivata a sorpresa, di volere rompere il silenzio. Sarà sentito in tre udienze, che saranno molto attese.

L’avvocato Taormina. «Esco dall’udienza dinanzi alla Corte d’appello di Caltanissetta. Antonello Montante ha chiesto di poter vuotare il sacco e di essere sottoposto all’interrogatorio del procuratore generale, delle parti civili e dei suoi difensori. Intende ristabilire la verità e l’onestà di dodici anni della sua vita impegnata nel combattere la mafia imprenditoriale in ambito locale e nazionale, anche al fine di indicare i comportamenti della magistratura e delle istituzioni che lo hanno sollecitato e sostenuto nella nella meritoria opera anticriminale compiuta all’insegna di Confindustria Nazionale di cui era il delegato per la legalità». Lo dice l’avvocato Carlo Taormina che con l’avvocato Giuseppe Panepinto difende l’ex presidente degli industriali Antonello Montante, condannato in primo grado a 14 anni di carcere per corruzione, ora imputato nel processo d’appello. «Montante, che nel processo di primo grado non ha mai reso dichiarazioni per le sue condizioni di salute, ha ritenuto che la Corte Nissena che deve giudicarlo sia da ritenere affidabile ed imparziale e che questa sia la sede giusta per mettere fine al massacro al quale continua ad essere sottoposto e che merita la dovuta risposta – dice Taormina – La Corte ha accolto la richiesta e sono state fissate tre prime udienze nel corso della quali Montante chiarirà la sua posizione e quella di magistratura e istituzioni continuamente chiamate in causa come protagoniste del così detto Sistema Montante. Il dado è tratto. Primo appuntamento all’udienza dell’11 giugno 2021 e a seguire».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA