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«Boicottate Lady Corleone», l’appello contro la fiction del pregiudizio

Attiva Sicilia e Unione dei Siciliani contro il programma Mediaset: «Basta usare i soliti accostamenti tra Sicilia e mafia». Ma la produzione: «E' solo un cognome»

Di Redazione |

E’ polemica su "Lady Corleone", la fiction televisiva in otto episodi, prodotta dalla società Taodue, che Mediaset metterà in onda a breve. Nei giorni scorsi il sindaco della cittadina del Palermitano, Nicolò Nicolosi, aveva protestato diffidando Mediaset e Taodue, con l’obiettivo di evitare ancora una volta il collegamento di Corleone a storie di mafia.

Scendono in campo oggi i movimenti Attiva Sicilia e Unione dei Siciliani, che chiedono di ritirare la fiction modificando il titolo e il nome della protagonista.

«In caso contrario invitano tutti i cittadini dell’isola a boicottare la fiction televisiva Lady Corleone fin dal momento della sua messa in onda. Nessun televisore siciliano sia sintonizzato quel giorno sul canale Mediaset che la trasmetterà» si legge nella nota dei due movimenti, che presenteranno, tramite i parlamentari regionali aderenti, una mozione all’Assemblea regionale siciliana per chiedere al Governo della Regione di avanzare una formale protesta nei confronti dell’emittente e della società produttrice. 

«L'inutile e forzato accostamento di una storia mafiosa al nome di un comune siciliano evidenzia un pregiudizio che danneggia l'immagine e offende l’intera Sicilia relegandola a uno sciocco clichè stereotipato che appare persino un po' razzista – spiegano Attiva Sicilia e Unione dei Siciliani -. Gli amministratori comunali hanno giustamente già protestato diffidando Mediaset e Taodue dall’utilizzare il nome del loro paese anche ricordando la costante attività antimafia nella quale la cittadina è da anni impegnata per superare una pagina buia della propria storia».

«La Sicilia che ha visto negli anni una rilevante presenza mafiosa ha anche conosciuto una straordinaria presenza anti mafiosa con decine e decine di martiri ed eroi civili caduti combattendo contro la mafia. La Sicilia di Falcone e Borsellino, di Padre Puglisi, del beato Livatino viene insultata e offesa dallo sciocco e strumentale utilizzo del nome di un comune siciliano da parte della fiction televisiva», concludono i parlamentari. 

Ma Massimo Martino, della Clemart, società che produce la serie ha risposto alle accuse anche del sindaco di Corleone: «Non comprendiamo il motivo delle dichiarazioni del sindaco di Corleone a riguardo di una serie che utilizza Corleone solo ed esclusivamente come cognome della famiglia dei protagonisti. La città di Corleone non viene in alcun modo citata o rappresentata nella serie che stiamo girando e che è ambientata invece tra Milano e Palermo ed è un racconto di pura finzione. Ma – sottolinea in una nota la società che realizza anche I Bastardi di Pizzofalcone – vorrei anche aggiungere: seguendo questa logica verrà chiesto di modificare anche il cognome Corleone dal libro e dal film «il Padrino"? ». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA