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LA CATTURA

«Sono Matteo Messina Denaro», le prime parole del boss arrestato: ma quando ha i visto i carabinieri ha tentato la fuga

Emerrgono i primi particolari delle fasi che hanno portato allo storico arresto del capomafia

Di Redazione |

«Sono Matteo Messina Denaro». Sono state queste le prima parole del boss arrestato oggi nel corso di un blitz coordinato dalla Procura di Palermo e dal Ros.  «Come ti chiami?», gli hanno chiesto i carabinieri. «Sono Matteo Messina Denaro». Il capomafia avrebbe cercato di allontanarsi alla vista dei carabinieri. Un tentativo di pochi istanti fermato dai carabinieri. Sono alcuni dei particolari della cattura della primula rossa della mafia che stanno venendo fuori in queste prime concitate ore della notizia.

Il boss intanto è stato trasferito dalla caserma San Lorenzo ed è diretto all’aeroporto di Boccadifalco per essere portato in una struttura carceraria di massima sicurezza. La stessa cosa accadde al boss Totò Riina, arrestato il 15 gennaio di 30 anni fa. 

Il boss Messina Denaro un anno fa era stato operato alla clinica Maddalena e da allora stava facendo delle terapie in day hospital nella clinica privata, una delle più note di Palermo, dove è stato catturato. Nel documento falso esibito ai sanitari c'era scritto il nome di Andrea Bonafede. 

Insieme a Matteo Messina è stato arrestato anche Giovanni Luppino, di Campobello di Mazara (Trapani), accusato di favoreggiamento. Avrebbe accompagnato il boss alla clinica per le terapie. L'uomo è un commerciante di  olive, agricoltore di mestiere e incensurato. Luppino da qualche tempo gestiva, insieme ai figli, un centro per l’ammasso delle olive cultivar Nocellara  del Belìce proprio alla periferia di Campobello di Mazara. La sua funzione era quello di intermediario tra i produttori e i  grossi acquirenti che, in zona, arrivano dalla Campania. 

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