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«Matteo Messina Denaro non è il capo della Cupola», l’ex questore Cortese “degrada” il boss superlatitante

Al processo scaturito dal blitz antimafia del 2018 la deposizione dell'ex capo della polizia di Palermo: «Al massimo è il capo di Trapani»

Di Redazione |

«E' difficile che Matteo Messina Denaro sia al vertice regionale di Cosa Nostra. I palermitani hanno sempre mal tollerato i corleonesi. Secondo me, quindi, Messina Denaro non può essere l’erede di Riina. Sicuramente, ha un ruolo importante a livello provinciale».

Lo ha detto l’ex questore di Palermo Renato Cortese, ascoltato, in Tribunale, a Marsala, nel processo scaturito dall’operazione antimafia "Annozero» (blitz del 19 aprile 2018), che ha visto coinvolti presunti mafiosi, tra i quali anche un cognato del superlatitante (Gaspare Como), e fiancheggiatori di Cosa Nostra nel Belicino.

Cortese è stato chiamato a testimoniare a seguito di una intervista rilasciata qualche anno fa in cui diceva che Messina Denaro non aveva più un ruolo di vertice. Oggi, ha specificato che quando disse che non aveva più un ruolo di vertice si riferiva ad un vertice regionale. Secondo le sue conoscenze di mafia, infatti, non è possibile che un "corleonese» sia al vertice di Cosa Nostra siciliana.  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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