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A Canicattì blitz antidroga nella palazzina dello spaccio protetta da 8 telecamere

Una delle donne indagate che era in possesso di cocaina mentre era con la figlia undicenne, anch'essa con droga addosso 

Di Redazione |

Otto telecamere, le cui riprese venivano registrate, posizionate su tutti i lati, in alto e in basso, della palazzina. Un sistema di «protezione» – non autorizzato – che consentiva ai due nuclei familiari di poter smerciare, con una certa tranquillità, cocaina, eroina e marijuana. E gli acquirenti arrivavano dai Comuni limitrofi per accaparrarsi quella «roba» venduta a basso prezzo.

I due nuclei familiari, stando a quanto è emerso dall’inchiesta, talvolta collaboravano nell’attività di spaccio. Ma, nella maggior parte dei casi, erano invece in competizione. Di fatto però avevano creato -nella palazzina del viale Della Vittoria a Canicattì (Ag) – una fiorente «piazza» di spaccio. Quattro le misure cautelari, firmate dal gip del tribunale di Agrigento, per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Si tratta di 3 obblighi di dimora e un divieto di dimora a Canicattì a carico di tre donne e un uomo. Spacciatori spregiudicati visto che i carabinieri della compagnia di Canicattì, che è coordinata dal capitano Luigi Pacifico, durante le indagini hanno sorpreso una delle donne indagate che era in possesso di cocaina mentre era in compagnia della figlia undicenne. Bambina che aveva anch’essa cocaina addosso.

«La mamma aveva 7 dosi di cocaina nascoste nell’abbigliamento intimo – ha ricostruito il capitano Pacifico, durante la conferenza stampa che s'è svolta alla caserma 'Biagio Pistonè, – . Ma anche la bambina aveva dosi di cocaina addosso. Un’attività di spaccio veramente spregiudicata lungo il viale Della Vittoria, ossia il proseguimento di via Regina Margherita che è il "salotto buono" della città, che ha trasformato la zona in un contesto degradato».

 Gli indagati dell’operazione antidroga denominata «Vittoria» – 4 i destinatari di divieti e obblighi di dimora – sono stati anche vittime di atti intimidatori perché, con il loro agire, il «mercato» dello spaccio era andato in fibrillazione. «Ci sono state auto incendiate e auto raggiunte da colpi d’arma da fuoco» – ha spiegato il capitano Luigi Pacifico che guida la compagnia dell’Arma di Canicattì.

Le investigazioni hanno fatto emergere anche che gli indagati commerciavano in «speedball» e che, nel 2019, quello smercio aveva anche avuto esiti letali. Lo «speedball» si ottiene combinando dosi di cocaina ed eroina ed ha l’immediato effetto di euforia, ma è un effetto limitato nel tempo e devastante. Una dose costa dai 10 ai 15 euro.  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA