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Caccia agli scafisti del maxi sbarco a Lampedusa, Procura e Dda aprono un’inchiesta

Arrivi  di queste proporzioni sembravano ormai un fatto raro, hot spot in parte svuotato ma ancora al collasso

Di Redazione |

La Procura di Agrigento ha delegato le indagini per cercare di identificare gli scafisti del peschereccio di 15 metri partito da Zuwara in Libia con a bordo 686 persone e varcato a Lampedusa alla Squadra Mobile e alla Guardia di finanza. A coordinare l’attività investigativa, così come per il maxi sbarco del 28 agosto con 539 migranti, è personalmente il procuratore capo Luigi Patronaggio. Anche questa nuova inchiesta viene portata avanti in piena collaborazione con la Procura distrettuale di Palermo. 

Per l’approdo dei 539, lo scorso 10 settembre, vennero fermati 5 egiziani ritenuti i soggetti terminali di una organizzazione criminale operante in Libia specializzata nell’organizzazione della tratta di esseri umani. I 5 , oltre a governare l'imbarcazione, secondo la Procura di Agrigento, avevano il compito di mantenere l’ordine e la disciplina a bordo anche ricorrendo a degradanti violenze fisiche.

Ora è caccia agli scafisti che hanno condotto sull'isola il vecchio peschereccio in ferro giunto con 686 migranti a bordo, uno degli sbarchi più consistenti numericamente degli ultimi anni. Sbarchi di queste proporzioni sembravano ormai un fatto raro. L'isola è nuovamente al collasso. La Prefettura di Agrigento, d’intesa con il ministero dell’Interno, ha dato vita a un tour de force per svuotare in tempi brevi l’hotspot, arrivato ad ospitare in poche ore 1.208 migranti a fronte di 250 posti disponibili.

Attualmente sono più di 850 i migranti presenti nell’hotspot. Durante la notte e la mattinata non si sono registrati fortunatamente nuovi sbarchi. La Prefettura di Agrigento è ancora al lavoro per pianificare nuovi e ulteriori trasferimenti.   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA