Notizie Locali


SEZIONI
Catania 14°

LA STORIA

Caltanissetta e l’antenna Rai simbolo della città che domani sarà abbattuta contro il volere dei nisseni

Si sta cercando un tutti i modi di evitare in extremis lo smantellamento della struttura strallata che è la più alta d'Italia

Di Redazione |

Per i nisseni è uno dei simboli della storia della città ma, se la Soprintendenza ai Beni Culturali non farà dietro front, sarà smantellato, già a partire da domani. L’antenna Rai di Caltanissetta, entrata in funzione nel 1951 per trasmettere il segnale radio sui paesi che si affacciano sul Mediterraneo, è la struttura più alta d’Italia. Gestito nell’ultimo periodo da Rai Way, l’impianto è stato spento il 9 agosto 2004, a causa del progressivo calo dell’audience dalle Am (modulazione di ampiezza) e per l’alto costo di mantenimento degli impianti.

Considerata un’opera di altissimo ingegno, sorge sulla collina Sant'Anna, misura 286 metri di altezza, poggia su una sfera di ceramica e sembra una matita con la punta in basso.

Adesso la soprintendenza ai Beni Culturali in una nota ha dichiarato che non esistono vincoli né paesaggistici, né culturali, e domani, così come comunicato da Rai Way inizierà lo smantellamento. Le associazioni ambientaliste Italia Nostra, Wwf Sicilia, Legambiente e il comitato Parco Antenna Sant'Anna hanno diffidato, da tempo, la soprintendente Daniela Vullo a revocare entro 48 ore i pareri emessi e, qualora ciò non dovesse avvenire, adiranno le vie legali.

«E' un’antenna che non trasmette più – spiega il presidente Legambiente di Caltanissetta Ivo Cigna – e quindi non inquina, ha un alto valore storico culturale e insiste su una collina di straordinaria bellezza. Da tempo proponiamo tra le altre ipotesi quella di costruire un museo delle telecomunicazioni. In questo momento esistono due cordate di imprenditori interessate a questo sito. E’ stata avanzata anche un’altra ipotesi: poiché il Mediterraneo sta diventando luogo di eventi meteorologici estremi, gli enti di ricerca sarebbero interessati a utilizzare la cima dell’antenna per fare un luogo di ricerca e studio. Sarebbe l’unico presente nel Mediterraneo».

Il Consiglio comunale di Catlanissetta ha anche approvato una mozione che impegna al Giunta Gambino ad andar in direzione opposta all'abbattimento della torre strallata. Tuttavia il sindaco Gambino è tornato a ribadire: «Il mio intervento in Consiglio comunale è stato molto chiaro. Ho comunicato che il Comune ha già presentato un progetto di 12 milioni di euro per la valorizzazione dell'antenna nel contesto del progetto "Reboot" di cui è capofila il Consorzio Universitario e in cui sono coinvolte (per il riutilizzo dell'ex ospedale Vittorio Emanuele) e la stessa Banca d'Italia perché speriamo di portare lì il corso di Medicina. Così come mi è stato chiesto tramite la mozione approvata dal Consiglio, ho dato mandato ai nostri uffici di predisporre gli atti per presentare al Cga opposizione alla sentenza del Tar. Nel frattempo il Dipartimento dei Beni culturali sta riavviando le procedure per l'apposizione del vincolo paesaggistico» che secondo il Tar non esiste più.

Recentemente l'assessore regionale ai Beni culturali Alberto Samonà ha chiesto agli uffici della Soprintendenza dei Beni culturali e Ambientali di Caltanissetta e agli uffici regionali del Dipartimento Beni culturali «ogni atto tecnico-amministrativo necessario per scongiurare la demolizione dell’antenna Rai, tenuto conto anche del bene primario dell’incolumità pubblica e della decisione del Tribunale amministrativo regionale». Quindi anche per il Governo regionale l'antenna che si erge sulla collina Sant'Anna dal 1951 va "salvata" «in quanto – sottolinea Samonà – ritenuta dalla comunità nissena un elemento fortemente identitario».  

Lo scrittore

 «Sono totalmente contrario allo smantellamento dell’Antenna Rai di Caltanissetta». A prendere posizione è anche Enzo d’Antona, giornalista nisseno, ex direttore de La Città di Salerno e de Il Piccolo, autore del libro «Gli spaesati», che ha definito l’antenna di proprietà di Ray Way un «grosso elemento identitario della città». 

«Nessun nisseno sarà favorevole allo smantellamento – spiega d’Antona – per noi è un simbolo. E’ talmente alta che anche se ti trovi nei pressi della valle del Salso o in autostrada la noti e a ogni nisseno che tornava da fuori si apriva il cuore nel rivederla. Ti annunciava l’arrivo nella tua città. Negli anni ci sono stati tanti progetti e proposte. Poiché ha dei tiranti, c'era anche stata la proposta di fare un albero di Natale visibile da tutta la Sicilia, però vedo un difetto di volontà da parte delle istituzioni, anche da parte della Regione. Questi sono simboli identitari». 

«Perché non considerarla bene culturale di archeologia industriale? Di per sé è un monumento di questo tipo. – prosegue – Purtroppo quello che si sta verificando è successo per tante costruzioni di tipo industriale. Già a Caltanissetta è successo per la sede storica della Fiat in viale della Regione, bellissima, un esempio rarissimo di archeologia industriale, fu abbattuta. Se vogliono abbatterla che facciano un referendum e chiedano ai cittadini. La lascerei così com'è perché di per sé è un simbolo, un bene da conservare».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

Di più su questi argomenti: