Notizie Locali


SEZIONI
Catania 18°

la polemica

Caltanissetta, i leghisti chiedono un decalogo per i migranti. Il sindaco: «Si torna al Manifesto della Razza»

Reazioni stizzita all’interpellanza della Lega con cui si propone un “decalogo con regole comportamentali” per gli immigrati provoca reazioni stizzite. L’Anpi: «Indegna violazione dei diritti umani»

Di Lino Lacagnina |

Ha scatenato reazioni indignate l’interpellanza presentata al sindaco Roberto Gambino dai consiglieri comunali Oscar Aiello e Valeria Visconti della Lega nella quale, oltre a sollecitare interventi per rendere più attrattivo il centro storico, ravvisano l’esigenza che venga affissa sui muri delle strade, nei bar, davanti le scuole e dell’ospedale «un’ordinanza-decalogo con le principali regole comportamentali, da far rispettare agli extracomunitari che, a causa delle diversità culturali – è riportato nel documento – sconoscono il modo corretto e sano della vita cittadina, e che in questo modo verrebbero aiutati a rispettare la città e i cittadini che li accolgono». Unanimemente, infatti, viene rilevato che sono altri che meriterebbero di avere attribuita la… paternità del degrado in centro storico.

«È una proposta indecorosa e provocatoria» commenta il presidente regionale di Italia Nostra, prof. Leandro Janni, che poi aggiunge: «Un “decalogo” ci vorrebbe per Salvini e i suoi adepti. Bel modo di integrare i cosiddetti “migranti” che, malgrado ciò che possano pensare taluni, sono una risorsa importante della Caltanissetta contemporanea. Mi aspetto una reazione ferma e decisa da parte del sindaco Gambino. E comunque l’analisi leghista del centro storico nisseno è ridicola e fuorviante. Insomma: o essi sconoscono la storia e l’antropologia di questa nostra città, oppure esse sono in assoluta malafede».

Altrettanto ferma è la condanna dell’Associazione nazionale Partigiani d’Italia, i cui responsabili della sezione nissena “Gino Cortese” affermano: «Secondo gli esponenti leghisti, i migranti essendo “diversi culturalmente”, necessitano di un manifesto che faccia loro conoscere le regole della civile convivenza, dando per scontato che i cittadini nisseni le conoscano e le mettano in pratica. Siamo profondamente indignati per queste affermazioni che rimandano a pagine oscure della storia del nostro Paese. Un’indegna violazione dei diritti umani che in una società libera, democratica e civile non possono e non devono essere tollerati. Sono passati 85 anni dall’emanazione del “Manifesto della Razza” e sembra che per qualcuno nulla sia cambiato: il razzismo si propaga vergognosamente, c’è chi ne fa un vessillo all’interno delle Istituzioni democratiche e nei luoghi di rappresentanza».

Gli esponenti della sezione nissena si dicono pronti «a dar corpo e voce all’unico decalogo che evidentemente i consiglieri comunali e lo stesso partito della Lega sconoscono: la Costituzione democratica nata dalla Resistenza al Nazifascismo». La segretaria generale della Cgil Rosanna Moncada si richiama ai principi di libertà, eguaglianza, democrazia e solidarietà «che – sottolinea – sono le fondamenta della nostra Costituzione, per cui non possiamo rimanere neutrali alla notizia dell'interpellanza da parte di due consiglieri comunali leghisti che ritengono che per le strade del capoluogo debba essere affisso un decalogo comportamentale per i “migranti” causa del degrado del nostro centro storico perché diversi culturalmente».

Nel ribadire che «l’inciviltà, la violazione delle regole e della legge non ha né colore né razza ma tutto ciò che va contro la diversità di ogni persona è una grave violazione dei diritti di cui ogni uomo è portatore e che non può vederci neutrali e non prendere alcuna posizione», Rosanna Moncada conclude: «Condanniamo tali atteggiamenti e i contenuti dell'interpellanza e respingiamo con fermezza ogni bieco tentativo che possa minare le basi della nostra democrazia e che approfitti e cavalchi le paure e il malessere prodotti dalla crisi sociale sanitaria ed economica che ci sta attraversando. Pensiamo che sia nostro preciso dovere non solo contestare queste forme di razzismo nelle nostre comunità ma anche quello di smascherare tutte le forme con cui questo “nuovo” razzismo continua a manifestarsi; non esiste giustificazione alcuna che possa limitare, negare e ghettizzare alcun cittadino a prescindere dalla nazionalità, dalla cultura e dalle origini».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

Di più su questi argomenti: