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IL PROCESSO

Catania, a un anno dal blitz “Alter Ego” arriva la sentenza sui “narcos”: ecco nomi e condanne inflitte

Il filo rosso dell'intera inchiesta è stata infatti il marchio della droga, spesso conservata in confezioni di pasta Barilla

Di Laura Distefano |

A un anno dal blitz antidroga Alter Ego arrivano le condanne per dieci imputati del processo abbreviato. La gup Dorotea Catena ha letto, pochi minuti fa, il dispositivo che chiude il primo step giudiziario. Le indagini che hanno fatto scattare l'operazione sono partite da un sequestro avvenuto il 26 agosto 2018. I carabinieri, quel giorno, al Villaggio Sant’Agata hanno arrestato tre persone, fra cui Gregorio Drago (oggi condannato a 11 anni), che stavano scaricando numerose scatole Barilla.

In quei pacchi, tra la pasta, c’erano 242 kg di hashish con un preciso marchio identificativo. Gli accertamenti portano a Orazio Musumeci e Antonino Sebastiano Battaglia (che dai recenti blitz si è scoperto essere esponente della famiglia Santapaola-Ercolano). I due sono stati condannati rispettivamente a 11 e 8 anni. Ma la chiave di volta arriva quando scatta la perquisizione a casa di Santo Sicali, detto “spaccatello”, condannato a 9 anni e 4 mesi. A casa del broker della droga i carabinieri trovano 300 mila euro in contanti e un’agenda nella quale sono annotati “nomi, pseudonimi e cifre riferite al traffico di stupefacenti ( libro mastro dello spaccio, ndr)”. Oltre a questo gli investigatori trovano “circa venti confezioni di pasta “Barilla”, vuote, ma identiche a quelle oggetto del primo sequestro”.

La pista investigativa arriva a Rosario Zagame, indicato come “esponente della famiglia mafiosa Cappello-Bonaccorsi” e al figlio Nicolò (genero dell'ergastolano Iano Lo Giudice, ndr). I sue sono condannati rispettivamente a 11 e 8 anni . I carabinieri in seguito sequestrano altri 57 kg di hashish (oltre a 1,6 kg di cocaina ed armi) “contrassegnati dalla stessa identica sigla” della droga nascosta nei pacchi di pasta. Il filo rosso dell'intera inchiesta è stata infatti il marchio della droga.

La figura centrale del processo è Santo Sicali che all’apparenza conduceva una vita fuori da ogni sospetto (tutto casa e cavalli, ndr). Da qui, infatti, il nome del processo Alter Ego. Per gli inquirenti l'imputato avrebbe avuto contatti di un certo spessore nel mondo dei narcos, sia italiano che estero. 

Ecco le pene inflitte dalla gup: Antonino Battaglia, 10 anni, Antonino Sebastiano Battaglia, 8 anni e 8 mesi, Salvatore Cambria, 4 anni e 8 mesi, Alfio Castagna, 8 anni e 24 mila euro di multa, Giovanni Agatino Distefano, 5 anni e 8 mesi e 24 mila euro di multa, Gregorio Drago, 11 anni e 4 mesi, Michele Angelo Fichera, 9 anni e 4 mesi, Orazio Musumeci, 11 anni, Santo Sicali, 9 anni e 4 mesi e 30 mila euro di multa, Nicolò Zagame, 8 anni e 34 mila euro di multa, Rosario Zagame, 11 anni e 8 mesi e 34 mila euro di multa,

Inoltre la gup ha assolto Nicola Tomaselli, difeso da Eugenio De Luca.  Sicali, assistito dall'avvocato Andrea Gianninò, è stato assolto da due contestazioni di droga. Anche per Cambria, Castagna, Distefano e i due Zagame assoluzioni solo da alcuni capi d'imputazione.

Le motivazioni arriveranno tra 90 giorni.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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