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Collassa il sistema dei rifiuti in Sicilia: la Regione vaglia il trasporto fuori

L’ipotesi di lavoro valutata dall’assessore regionale ai Rifiuti Daniela Baglieri poggerebbe sulla mancanza di esiti da parte delle Srr rispetto alla richiesta più volte ribadita nel corso dell’ultimo anno da Viale Campania

Di Giuseppe Bianca |

A mali estremi, estremi rimedi. La Regione pensa a preparare un avviso pubblico per il trasporto dei rifiuti fuori dalla Sicilia. Una strada che, se perseguita, porterebbe a un commissariamento di fatto delle società di gestione. A metà tra la suggestione e il bisogno reale di dare una scossa per evitare imbuti senza via d'uscita, l’ipotesi di lavoro valutata dall’assessore regionale ai Rifiuti Daniela Baglieri poggerebbe sulla mancanza di esiti da parte delle Srr rispetto alla richiesta più volte ribadita nel corso dell’ultimo anno da Viale Campania, sede dell’assessorato regionale, di esplorare il mercato per verificare le condizioni su questo tipo di percorso, costoso, impopolare, ma sempre più difficile da evitare.

Dallo staff dell‘assessore nessuno conferma, ma la previsione fatta a marzo del 2021 secondo cui sarebbe rimasto poco più di un anno e mezzo prima di arrivare al saturamento delle discariche non è poi così lontana dall’avverarsi. Srr Catania metropolitana è stata una delle poche società di gestione che ha fatto un avviso pubblico per il trasporto dei rifiuti fuori regione, mentre altre società hanno avviato una serie di contatti, alcuni anche informali, ma nessuna di fatto, al momento, è pronta. Il rapporto del governo siciliano con le società di settore nei territori in questi anni non è stato dei più semplici. Prima ancora che saltasse la legge di riforma all’Ars lo scarto tra le scelte da portare avanti e le strategie intraprese, è sembrato di quelli senza via d’uscita. Ieri in una nota Claudio Fava (Centopassi) si è così espresso: «C’è da rimanere allibiti leggendo le comunicazioni del governo Musumeci che scaricano sui Comuni la responsabilità sul collasso del sistema dei rifiuti in Sicilia. La Regione in questi 5 anni non ha mosso un dito per aiutare le amministrazioni a rafforzare la raccolta differenziata, anzi ha addirittura ridotto il finanziamento di premialità per i comuni in regola con gli obiettivi». 

La settimana “nera” dell’assessorato regionale ai Rifiuti è cominciata nel primo giorno di giugno con la notizia riguardante i rilievi sul Piano Rifiuti posti dal ministero per la Transizione ecologica, è poi proseguita due giorni dopo con la nota della Cts (commissione tecnica specialistica per le autorizzazioni ambientali di competenza regionali), presieduta da Aurelio Angelini, che chiedeva una restrizione della quantità dei rifiuti da abbancare rispetto a quanto veniva proposto dal provvedimento del dipartimento relativamente all’impianto di Gela, per arrivare quindi all’incendio doloso a Cozzo Vuturo (Enna). Oltre a questi fatti da non dimenticare anche il pronunciamento del Tar sulla capienza dell’impianto gelese e la nota con cui Sicula trasporti ha ridotto drasticamente i conferimenti. Si avvia invece al superamento la querelle sorta tra l’assessorato al Territorio e ambiente e quello ai Rifiuti con il primo che subordinava l’abbancamento di quantitativi di rifiuti superiori a 450 metri cubi al giorno a Gela a ulteriori autorizzazioni della Cts. I due assessorati si sono confrontati a lungo per venire a capo della questione generata da interpretazioni diverse sul problema.

Riepilogando dunque, il “tagliando” necessario per scongiurare un’estate bollente sul filo dell’emergenza rifiuti, passa dal ripristino di alcune delle quote di conferimento bloccate, "in primis" l’impianto di Timpazzo nel territorio di Gela. Quel che è certo che Palazzo d’Orlèans non ha nessuna intenzione di ricorrere alla procedura ex articolo 191 che permette di emettere ordinanze con tangibili e urgenti consentendo il ricorso a speciali forme di gestione dei rifiuti in deroga e farà di tutto perché ciò non accada.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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