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Così l’ergastolano per mafia continuava a fare affari col trasporto su gomma: maxiconfisca di beni a Filadelfo Ruggeri

Terreni, mezzi, rimorchi e conti correnti per un valore di oltre 50 milioni di euro passano allo Stato

Di Redazione |

 I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Siracusa stanno eseguendo un provvedimento di confisca di beni per un valore di 50 milioni di euro emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Catania. L’ingente patrimonio, costituito prevalentemente da importanti aziende di trasporto operanti nella Sicilia orientale, è ritenuto riconducibile ad un ergastolano per mafia che, nonostante lo stato di detenzione, continuava ad amministrarlo attraverso i familiari. Si tratta del lentinese Filadelfo Ruggeri, esponente di spicco del clan Nardo di Lentini, che pur essendo detenuto dagli anni ’90 in carcere in regime di 41 bis per scontare una pena all’ergastolo, avrebbe continuato a gestire alcune aziende dedite al trasporto di prodotti ortofrutticoli (in particolare agrumi).

Il riscontro alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e l’attività d’intercettazione hanno consentito di far luce sugli espedienti utilizzati dalla cosca per operare nel settore del trasporto su gomma di prodotti agricoli. Ruggeri, avvalendosi della collaborazione di 6 familiari e prestanome, continuava a gestire di fatto l’attività del clan, con la Ruggeri Francesco e la Ruggeri Trasporti S.r.l., aziende con un consistente volume d’affari,  200 dipendenti e un patrimonio costituito da mezzi. appartamenti, capannoni, terreni e conti correnti.

Due terreni edificabili, 157 motrici per articolati, 244 rimorchi, 6 autoveicoli di lusso e poi conti correnti (che da soli ammontano a circa 4 milioni 450mila euro) è infatti il patrimonio, calcolato in circa 50 milioni di euro  confiscato a Ruggeri, 

 La confisca, che segue al sequestro già effettuato, è «l'epilogo di indagini economico-patrimoniali condotte, ai sensi del «Codice Antimafia», sotto la direzione della Procura di Catania e finalizzate a tracciare i beni riconducibili al clan Nardo e al suo referente Ruggeri» spiegano i carabinieri. Quest’ultimo, nonostante fosse in carcere, riusciva tramite i familiari ad impartire disposizioni sulla gestione di due importanti aziende di trasporto. Gli accertamenti dei militari hanno consentito di riscontrare «oltre all’escalation di condotte criminose e la sua eccezionale propensione a comportamenti antisociali mediante numerosi reati» una sproporzione tra i redditi «pressoché inesistenti, dichiarati dallo stesso e dal proprio nucleo familiare ed il patrimonio loro effettivamente riconducibile».  

I DIFENSORI. Dagli avvocati  Carmelo Peluso e Luigi Latino riceviamo e pubblichiamo: 

"Con riferimento alle notizie odierne concernenti la confisca della ditta individuale Ruggeri Francesco e della Ruggeri Trasporti s.r.l., disposta dal Tribunale di Catania, sez. misure di prevenzione, i sottoscritti difensori dei titolari delle predette aziende, sigg,ri. Francesco, Giuseppe e Piero Ruggeri, comunicano che le imprese di trasporto proseguiranno la loro attività lavorativa con la consueta precisione e cura, utilizzando tutti i mezzi nella loro disponibilità, senza alcun pregiudizio per clienti e fornitori. Rilevano, inoltre, che il provvedimento emesso dal Tribunale di Catania, sez. misure di prevenzione, non è definitivo in quanto è stato ritualmente impugnato in data odierna".COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA