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LA RICOSTRUZIONE

Dalla Sicilia a Bologna per uccidere Alessandra: così il giocatore della Sancataldese da stalker è diventato assassino

A fine luglio la donna lo aveva già denunciato per i suoi atteggiamenti molesti, ma non erano stati adottati provvedimenti restrittivi

Di Alessandro Cori |

«L'estate è libertà, respira questa libertà», scriveva sui social lo scorso 11 giugno Alessandra Matteuzzi, 56 anni. Poco più di due mesi dopo, ieri sera, la sua vita è stata spezzata davanti al portone di casa, a Bologna, per mano dell’ex compagno, il 27enne Giovanni Padovani, che l’ha brutalmente aggredita trascinandola sotto il portico del palazzo e finendola a martellate. Quando i poliziotti sono arrivati, chiamati dai vicini che hanno sentito le urla, Padovani era ancora lì, così come l’arma del delitto. Il ragazzo, originario di Senigallia (Ancona), modello e calciatore di serie C e D, che giocava in Sicilia con la Sancataldese, è ora accusato di omicidio aggravato.

A fine luglio la 56enne lo aveva già denunciato ai carabinieri per stalking, segnalando i suoi atteggiamenti molesti, le continue telefonate, i messaggi e gli appostamenti che le faceva. In Procura era stato aperto un fascicolo, ma nei confronti dell’uomo non erano stati adottati provvedimenti restrittivi. 

Ieri Alessandra, che lavorava come agente di commercio nel settore della moda, è arrivata sotto casa, in via dell’Arcoveggio, attorno alle 21, e l’ex era lì ad aspettarla. Pochi secondi prima di essere aggredita, era al telefono con la sorella. «E' scesa dalla macchina e ha cominciato a urlare: no Giovanni, no, ti prego, aiuto. Io ero al telefono – ha raccontato la donna al Tgr Emilia-Romagna – ho chiamato immediatamente i carabinieri che sono arrivati subito. Io abito a 30 chilometri. Alla fine l’ha massacrata di botte».

Sempre la sorella della vittima ha spiegato ai giornalisti che Alessandra e Giovanni «hanno avuto una frequentazione a distanza, perché lui faceva il calciatore in Sicilia, quindi si sono visti poche volte. Era poco più di un anno che si conoscevano, però è dallo scorso gennaio che ha cominciato ad avere delle ossessioni verso di lei. Si vedevano una volta al mese, poi hanno passato qualche giorno insieme, durante il periodo di pausa calcistica, lui è stato qua con lei. A quel punto però le sono successe delle brutte cose – ha aggiunto la donna in lacrime- lui aveva rotto piatti e bicchieri, si era arrampicato dalla terrazza, staccava la luce generale del suo appartamento, e le faceva degli agguati sulle scale». 

La polizia sta cercando di ricostruire gli spostamenti di Padovani degli ultimi giorni. Lui fino a sabato era in Sicilia. «Aveva lasciato improvvisamente il ritiro della Sancataledese – ha raccontato l'avvocato Salvatore Pirrello, dirigente e legale della Sancataldese, – dicendo all’allenatore che per problemi personali doveva andare via. Lunedì ci aveva ricontattato per chiedere di rientrare in squadra. Ma il fatto che fosse andato via senza nessuna spiegazione la sera prima della partita di domenica, contro il Catania – ricostruisce l’avvocato Pirrello – per noi era un fatto grave e quindi non lo abbiamo più reintegrato». Domenica Padovani avrebbe preso un aereo per raggiungere Bologna e si sta ora cercando anche di capire dove il 27enne abbia preso l'arma del delitto, un martello, che poteva già essere in suo possesso.

A quanto risulta Giovanni e Alessandra si sarebbero rivisti lunedì scorso ma poi Padovani in serata è rientrato a Senigallia. Ieri pomeriggio, poi, il 27enne è tornato in auto a Bologna e come spiega una vicina «alle 19.15 era già qua ad aspettarla. Ultimamente aveva paura di lui, perché era diventato molto insistente e non voleva farlo entrare in casa». 

Il primo a intervenire dopo l’aggressione è stato un ragazzo, figlio di un altro vicino di casa, al quale Padovani non avrebbe opposto la minima resistenza: «Non ce l’ho con voi, ce l’ho con lei – avrebbe detto a chi lo ha bloccato – non vedo l’ora che arrivi la polizia che voglio finire tutto». Davanti agli investigatori, ha ammesso le sue responsabilità. Il pm Domenico Ambrosino, che si occupa delle indagini, conferirà domani mattina l’incarico per l’autopsia, e a breve si terrà anche l'udienza di convalida per Padovani, assistito dall’avvocato Enrico Buono. 

Sui social rimangono le foto di Alessandra sorridente, mentre si prova scarpe e vestiti davanti allo specchio o è in vacanza in Riviera e a Ibiza. Tempo fa riportava questo aforisma: «La cattiveria mi stupisce sempre. Quando la subisco, rimango lì a fissarla come fosse una bestia dalla quale non mi so difendere».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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