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LA SENTENZA

Ergastolo ad Alessandro Alleruzzo, «uccise la sorella per riscattare l’onore della famiglia»

Il cold case di Paternò risolto grazie a tre pentiti: poco fa il verdetto della Corte d'Assise di Catania

Di Laura Distefano |

La voce, a causa della mascherina, è bassa. Mancano due minuti alle 14 quando il presidente della Corte d'Assise di Catania, Sebastiano Mignemi, ha letto la sentenza con cui ha condannato all'ergastolo Alessandro Alleruzzo, figlio del defunto boss di Paternò Pippo, accusato di aver ucciso con due colpi di pistola 7.65 in testa la sorella Nunziatina il 30 maggio 1995. E il cui corpo, è stato ritrovato tre anni dopo all'interno di un pozzo nelle campagne. Un cold case rimasto irrisolto per oltre due decenni e che ha avuto una svolta dopo la dichiarazione di alcuni collaboratori di giustizia che hanno permesso di fare incastrare i tasselli della vecchia inchiesta archiviata.

L'imputato avrebbe ammazzato la sorella per riscattare l’onore della famiglia Alleruzzo, che sarebbe stata macchiata dai tradimenti al marito con altri uomini. Il collaboratore Francesco Bonomo già nel 1999 aveva indicato un nome preciso. Il pentito avrebbe saputo da Antonio Giuseppe Caliò e Giovanni Messina che l’omicidio di Nunzia Alleruzzo sarebbe stato commesso dal fratello Alessandro proprio per le relazioni extraconiugali della donna. Le dichiarazioni di Bonomo sono state confermate da Caliò, entrato nel programma da qualche anno, che avrebbe raccolto la confessione dello stesso Alessandro Alleruzzo. Ma è stato Orazio Farina a dare la svolta definitiva all'inchiesta. Nel corso del dibattimento sono stati risentiti tutti i testimoni chiave.

Ma torniamo alla sentenza. Nell'aula 2 appello Assise, al secondo piano del Tribunale etneo, c'era anche l'imputato – rinchiuso in una delle gabbie – ad ascoltare le parole del giudice Mignemi. La Corte d'Assise, dopo una camera di consiglio di circa un'ora e mezza, ha accolto in toto la richiesta del pm Andrea Bonomo che ha chiesto la condanna più pesante. Non appena il collegio si è alzato dalle sedie per rientrare la moglie di Allerruzzo si è avvicinata cominciando ad urlare: “Giudice ma con quali prove? Con quali prove?”. Un interrogativo a cui ci sarà una risposta dopo il deposito delle motivazioni che arriveranno tra 90 giorni. Il figlio del boss in un primo momento era difeso dall'avvocato Ernesto Pino che purtroppo è recentemente scomparso. La sua difesa, dunque è stata ereditata dagli avvocati Roberto D'Amelio e Giovanni Spada che annunciano – dopo la lettura delle motivazioni – il ricorso in appello.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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