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Esposto delle emittenti siciliane alla Procura: sono escluse dalla transizione del sistema radiotelevisivo

Una rappresentanza degli editori delle 80 tv locali dell'Isola è davanti alla sede del Mise per protestare dopo l’incontro on line di ieri pomeriggio che non ha portato alcuna novità

Di Redazione |

Gli editori delle 80 emittenti siciliane, escluse dalla transizione del sistema radiotelevisivo verso la nuova tecnologia, hanno dato mandato all’avvocato Antonio Ingroia di presentare alla Procura di Roma un esposto-denuncia per tutelare il diritto all’informazione. Una rappresentanza stamane è davanti alla sede del Mise per protestare dopo l’incontro on line di ieri pomeriggio che non ha portato alcuna novità. In collegamento dal Mise erano presenti Marco Bani portavoce della sottosegretaria Ascani; la dirigente del Mise, Eva Spina; il portavoce del presidente della Regione siciliana, Michela Giuffrida; i rappresentanti di Raiway, Agcom e Renato Stramondo che rappresentava le emittenti di Confindustria.

Nell’incontro il rappresentante delle emittenti locali, Sebastiano Roccaro, giornalista ed editore, ha sollevato la questione relativa al «diritto all’informazione, interruzione di pubblico servizio e la mancata assegnazione di una frequenza di secondo livello su Catania e Siracusa, penalizzate da un piano di assegnazione delle frequenze che non tiene conto delle emittenti presenti sul territorio», senza considerare «la presunta incostituzionalità del bando». Come sottolinea Giuseppe Bianca di Video 66 Siracusa, gli editori siciliani chiedono «la proroga delle attuali concessioni e la contestuale predisposizione di un nuovo bando da parte dell’Agcom per implementare lo spazio della banda, così da consentire a tutte le emittenti locali di continuare il loro lavoro di libera informazione». Le emittenti chiedono un intervento dell’Ordine dei giornalisti per tutelare i tanti posti di lavoro a rischio. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA