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I 21 arresti, la droga, i 4 fratelli catanesi e i legami con la mafia: i particolari (e i nomi) del blitz Slot Machine

Sequestrati negozi, autonoleggi e concessionario dove venivano reinvestiti i proventi del traffico di stupefacenti

Di Alfredo Zermo |

La droga, tanta droga, gli arresti, i soldi, il sequestro delle attività economiche finanziate col traffico di stupefacenti. C'è tanta “roba” nell'operazione Slot Machine della Guardia di Finanza di Catania che questa mattina – su delega della Procura della Repubblica etnea –  ha fatto scattare un blitz nelle province di Catania, Siracusa, Trapani e Palermo che ha portato in carcere ben 21 persone, accusate, a vario titolo, dei delitti associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico organizzato di sostanze stupefacenti, aggravato dall’aver agito con metodo mafioso, detenzione e commercio di stupefacenti, autoriciclaggio e reimpiego di proventi illeciti nonché trasferimento fraudolento di valori e detenzione di munizioni.

Nell'ambito dell'operazione è stato disposto il sequestro (finalizzato alla confisca) di 11 attività economiche (punti scommesse, autonoleggi, negozi, concessionarie di auto), di 13 beni immobili (7 fabbricati e 6 terreni) in provincia di Catania e di 50 rapporti finanziari/depositi.

Il primo gruppo

Le indagini – coordinate dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dai sostituti Andrea Bonomo e Alessandro La Rosa – sono durate due anni e hanno messo a fuoco un’associazione criminale operante nella provincia etnea  che sarebbe stata diretta da quattro fratelli – Franco Vitale (detto “Ciccio”, classe 1977), Giuseppe (detto “Pinuccio”, classe 1969), Fabio (classe 1974) e Santo (classe 1964) – i quali, da agosto 2018 ad agosto 2020, avrebbero gestito un rilevante traffico di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, marijuana e hashish, fungendo da “grossisti” per ulteriori soggetti, dediti all’approvvigionamento delle locali piazze di spaccio. 

L'organizzazione messa su dai fratelli Vitale avrebbe avuto profili di contiguità con il clan “Cappello Bonaccorsi": la banda infatti si sarebbe avvalso del carisma criminale di Santo Aiello (classe 1960), cognato dei quattro fratelli e noto esponente della cosca, per dirimere le controversie legate al traffico di stupefacenti, ottenere più agevolmente i pagamenti loro “dovuti” e garantirsi in ogni caso la copertura necessaria al mantenimento dei traffici illeciti.

Dalle indagini è emerso che i fratelli Vitale si sarebbero assicurati stabili forniture di rilevanti quantità di droga attraverso due canali principali: il primo con base operativa in Figline Valdarno in Toscana, che avrebbe fatto capo a Paolo Messina (classe 1979) e all’albanese Erion Keci, detto “Johnny” (classe 1990), e il secondo, attivo nella città di Catania, riconducibile alle figure di Salvatore Copia, detto “Turi Copia” (classe 1970), e Nunzio Cacia (classe 1973).

Il trasporto e la custodia della merce acquistata sarebbero poi stati garantiti, oltre che da Messina e Cacia, anche da altri indagati tra i quali Giovanni Santoro, detto “chiacchiera” (classe 1983), Angelo Ottavio Isaia (classe 1972) e Matteo Aiello, detto il “muto” (classe 1952), i quali avrebbero gestito diversi siti di stoccaggio tra Catania, Gravina di Catania, Misterbianco e il Villaggio di Ippocampo di mare. 

Il secondo gruppo

Nel corso delle investigazioni i finanzieri si sono poi imbattuti un secondo gruppo dedito al traffico organizzato di stupefacenti – indipendente da quello dei fratelli Vitale – che avrebbe impiantato una vastissima piantagione di cannabis su un terreno di circa 1.500 mq nei pressi della cascata “Oxena” tra Militello in Val di Catania e Grammichele, occupandosi poi della relativa coltivazione, nonché delle successive fasi di lavorazione e vendita di ingenti quantità di marijuana. 

Questa banda era composta da Pietro Artimino (classe 1972), con il ruolo di organizzatore, Giampaolo Artimino (classe 1979) e Mario Murgo, detto “zio Mario” (classe 1967), come stretti collaboratori del primo, e dall’albanese Ardian Qarri (classe 1984) addetto alla manutenzione ordinaria della piantagione oltre a svolgere funzioni di guardiano e vedetta. A questo gruppo sono stati sequestrati in più circostanze circa 34 kg di cocaina, 400 kg di marijuana, 1 kg di hashish, n. 11.000 piante di cannabis e n. 38 proiettili calibro  9. 

Il reinvestimento dei proventi illeciti

Dalle indagini sarebbe emerso il successivo reimpiego dei proventi illeciti del traffico di stupefacenti in attività commerciali lecite. Nello specifico, sarebbero stati individuati gli investimenti dei fratelli Franco e Giuseppe nVitale ella società “Florio Srls” e nella “ditta individuale Florio Vincenzo”, esercenti attività di compravendita e noleggio di autovetture a Tremestieri etneo e Viagrande (Catania) e riconducibili a Vincenzo Florio, detto “Enzo” (classe 1977).

Inoltre, sarebbe stata riscontrata la fittizia attribuzione da parte di Giuseppe Vitale della titolarità della ditta individuale “New Bar Galermo di Eugenio Pafumi”, poi denominata “Caffè in piazza” per le disposizioni in materia di misure di prevenzione patrimoniali. 

Ecco i beni sequestrati

– “FLORIO SRLS” e d.i. “Florio Vincenzo”, con sede, rispettivamente, in Tremestieri etneo e Viagrande (CT), esercenti attività di compravendita e noleggio di autovetture; –  “New Bar Galermo”, poi denominata “Caffè in piazza”, con sede in Catania; –  “VITALE Angelo” e “ORTODOSSO Alessandra Agata”, con sede in Catania, esercenti la vendita al dettaglio di alimenti e bevande;  – “VF POINT s.r.l.s.” e d.i. “VITALE Franco”, con sede a Catania, operanti nel settore dei giochi e scommesse; –  “ELICAR S.R.L.S.”, con sede in Catania, attiva nella vendita di auto e motoveicoli; –  “SK MOTOR” e “FAZIO Gaetano”, con sede a Catania, nonché ditta invidivudale. “AKTER Sumaya”, con sede in Gravina di Catania, operanti nel commercio di autoveicoli; –    n. 7 fabbricati e n. 6 terreni, ubicati tra Catania, Viagrande e Gravina di Catania; –    n. 50 rapporti bancari e/o postali e depositi, con saldo o valorizzazione attiva, comunque intestati o riconducibili agli indagati VITALE Giuseppe, Franco e FLORIO Vincenzo.  

Gli arrestati

1) AIELLO Matteo (detto “il muto”), nato a Catania il 06.03.1952; 2) AIELLO Santo, nato a Catania il 27.06.1960; 3) ARTIMINO Giampaolo, nato a Caltagirone (CT) il 13.02.1979; 4) ARTIMINO Pietro, nato a Caltagirone (CT) il 15.01.1972; 5) CACIA Nunzio, nato a Catania il 21.05.1973 e res.te a Misterbianco (CT);  6) COPIA Salvatore (detto “Turi Copia”), nato a Catania il 25.01.1970; 7) ESCOBAR BURITICA Brahallan Ivan (detto “Bryan”), nato in Colombia il 21.10.1993;  8) GUARSEGNA Salvatore (detto “Turi Candeggina”), nato a Catania il 7.06.1958; 9) ISAIA Angelo Ottavio, nato a Catania il 01.07.1972; 10) KECI Erion, nato in Albania il 25.05.1990; 11) MESSINA Paolo, nato a Caltanisetta il 12.01.1979; 12) MURGO Mario (detto “Zio Mario”), nato a Caltagirone il 04.01.1967; 13) MUSUMECI Gioeli Carmelo (detto “Gioele”), nato a Catania il 19.02.1982; 14) QARRI Ardian, alias QARRI Konstadin, nato il Albania il 05.10.1984; 15) RACITI Paolo, nato a Catania il 07.09.1971; 16) SANTORO Giovanni (detto “Chiacchiera”), nato a Catania il 24.11.1983; 17) VERNENGO Giuseppe (detto “Lo Zio”), nato a Palermo il 24.07.1954; 18) VITALE Fabio, nato a Catania il 24.07.1974; 19) VITALE Franco (detto “Ciccio”), nato a Catania il 02.11.1977; 20) VITALE Giuseppe (detto “Pinuccio”), nato a Catania il 05.01.1969; 21) VITALE Santo, nato a Catania il 03.03.1964.

Il blitz

Nell'operazione sono stati impegnati oltre 140 finanzieri, le indagini  sono state realizzate con il supporto di militari del Servizio Centrale Investigazione sulla Criminalità Organizzata (SCICO), dei Comandi Provinciali di Palermo, Trapani e Siracusa, della Sezione Aerea del Reparto Aeronavale di Palermo nonché delle unità cinofile antidroga e antivaluta e di quelle Antiterrorismo e Pronto Impiego in servizio nella provincia etnea.

L’indagine, coordinata da questa Procura e condotta dal GICO del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Catania sezione GOA, traeva spunto dalle indagini effettuate nell’ambito dell’operazione “LA VALLETTE”, che ha riguardato una ramificata consorteria di italiani e stranieri, operante in Sicilia, Calabria e Malta, dedita al traffico di stupefacenti.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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