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L'OPERAZIONE

Il traffico di droga sull’asse Catania-Taormina e il blitz della Gdf: tutti i nomi degli arrestati

Contigua al clan catanese dei Cintorino, la banda di trafficanti poteva contare anche su solidi legami con fornitori di droga collegati alle cosche catanesi dei Laudani e dei Cappello

Di Mario Previtera |

A fare scattare le indagini che hanno fatto luce su un’organizzazione dedita al traffico di droga e attiva tra la provincia di Catania e le città messinesi di Giardini Naxos e Taormina sono state le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, Carmelo Porto, 63 anni di Calatabiano. E' quanto emerge dal blitz della Guardia di finanza di Messina che ha fatto scattare le manette ai polsi di 16 persone, accusate, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. 

Carmelo Porto,  per anni reggente del clan Cintorino a Calatabiano, dopo aver militato a lungo agli ordini di Giovanni Cintorino e del fratello Antonino Cintorino, detenuto all’ergastolo al 41 bis, già alleato con Salvatore Cappello, ha deciso nel 2019 di collaborare con la giustizia. E le sue dichiarazioni sono state fondamentali in questo blitz.

Le indagini dei militari del Gruppo investigazioni criminalità organizzata del Nucleo di Polizia economico finanziaria di Messina hanno permesso di fare piena luce su un articolato gruppo criminale, vicino a strutturati ambienti di criminalità organizzata, anche di matrice mafiosa, sistematicamente dedito all’approvvigionamento e successiva commercializzazione di considerevoli partite di sostanze stupefacenti del tipo marijuana e cocaina. 

In manette sono finiti: Giuseppe Borzi di Tremestieri Etneo, Maurizio Cipolla di Taormina, Rosario Costanzo di Calatabiano, Lucio Giovanni Faro  di Viagrande, Giuseppe Ferro  di Giardini; Anna Franco di Gaggi, Roberto La Spina di Giardini Naxos, Alessandro Maccarone di Giarre e residente a Giardini; Settimo Manera di Tortorici,  Alessandro Marino di Catania, Dahab (detto Debby) Menzouli originario del Marocco, Stefano Panarello di Taormina, Carmelo Pelleriti di Giardini Naxos, Giuseppe Ragusa di Taormina, Cristian Santapaola di Tremestieri Etneo e Sebastiano Torrisi di Aci S.Antonio.

Contigua al clan catanese dei Cintorino, la banda di trafficanti poteva contare anche su solidi legami con fornitori di droga collegati alle cosche catanesi dei Laudani e dei Cappello. «Da qui la capacità di introdurre e consegnare, ai membri del gruppo, anche in piena pandemia, importanti partite di sostanze stupefacenti», spiegano gli investigatori delle Fiamme gialle. Numerossissime le cessioni di cocaina e marijuana documentate dai finanzieri a Catania e a Giardini Naxos. Durante le indagini sono stati eseguiti numerosi arresti, senza che venisse minimamente intaccata l’incessante e lucrosa attività degli indagati, intenti a organizzare continui approvvigionamenti di ulteriori partite di droga da destinare alla vendita. "Emblematica l'affannosa ricerca di mezzi sempre più sofisticati per garantirsi il buon esito dei viaggi dei corrieri via via individuati – spiegano gli investigatori delle Fiamme gialle -, come servirsi di bidoni di candeggina per confondere l’olfatto dei cani antidroga o nascondere la droga. 

Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia della città dello Stretto, grazie anche a intercettazioni telefoniche, ambientali e di video-sorveglianza, rese particolarmente difficoltose dall’utilizzo di comunicazioni triangolari, criptiche e in codice, hanno permesso di scoprire come il gruppo criminale, nonostante le restrizioni imposte dall’emergenza pandemica, fosse "tra i più agguerriti e rodati" tra quelli attivi nella fascia jonica della provincia messinese. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA