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L'INCHIESTA

Il vandalo della Scala dei Turchi verso il rinvio a giudizio: è un danneggiatore seriale, tutti i suoi raid

Concluse le indagini su Domenico Quaranta, sono 6 gli episodi contestati all’uomo, compreso lo sfregio alla marna bianca di Realmonte

Di Antonino Ravanà |

Una lunga scia di danneggiamenti avvenuti ad Agrigento e Favara. Eventi che sarebbero tutti riconducibili alla stessa mano: quella del quarantanovenne favarese Domenico Quaranta, finito recentemente di nuovo nei guai per lo sfregio alla Scala dei Turchi di Realmonte. I carabinieri, su disposizione della Procura della Repubblica, hanno notificato all’uomo l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Atto che prelude la richiesta di rinvio a giudizio.

E’ accusato dei reati di danneggiamento, danneggiamento a seguito di incendio e porto di armi e strumenti atti ad offendere. Il raid alla Scala dei Turchi non rientra in questa inchiesta. I fatti oggetto delle contestazioni risalgono agli anni 2020 e 2021. Quaranta, in quel lungo periodo, si sarebbe reso responsabile di ben 6 episodi di danneggiamento. 

Il 12 dicembre del 2020, utilizzando una bottiglietta di plastica contenente del liquido infiammabile, avrebbe acceso un fuoco davanti al portone di ingresso del Municipio di Favara, in Piazza Cavour. I danni sono stati limitati grazie all’immediato intervento di un consigliere comunale che si era trovato a passare dalla piazza e di un esercente di un bar che hanno spento le fiamme con un estintore. 

Dieci giorni dopo, il 22 dicembre dello stesso anno, il favarese ha preso di mira la Casa Natale dello scrittore agrigentino Luigi Pirandello, in contrada "Caos". Le pareti accanto al cancello che porta alla casa-museo sono state imbrattate con disegni all'apparenza, senza alcun significato. Imbrattata con uno scarabocchio anche la targa in alluminio che indica il sito, mentre sulla pavimentazione è stata lasciata la scritta “Dome”. E prima di andare via ha versato a terra un barattolo di vernice, sempre a ridosso del cancello d’ingresso. 

Il pomeriggio del primo dell’anno del 2021, giunto da Favara a San Leone in sella ad una bicicletta elettrica nonostante la zona "rossa" per il Covid, con una trave di legno ha distrutto tutti i vasi di ceramica realizzati dall’Accademia delle Belle Arti collocati per abbellire il belvedere della terza spiaggia. 

La notte dell’1 agosto di quell’anno sarebbe stato sempre lui a versare della vernice rossa sulla marna di “Punta Bianca”, abbandonando nella zona un bidone di plastica, usato per portare la sostanza chimica.

Quaranta è accusato anche di avere imbrattato con delle scritte il muro di cinta della Casa circondariale di contrada “Petrusa” e di un altro danneggiamento ai danni del portone d’ingresso della sede distaccata del Comune di Favara. 

Da ricordare che lo stesso Quaranta, unitamente all’amico-complice Francesco Geraci, anche lui favarese, è stato recentemente denunciato per danneggiamento di bene avente valore paesaggistico, dopo il raid alla Scala dei Turchi, imbrattata con una sostanza rossa. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA