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Incendi, patto tra allevatori e agricoltori: «Pronti a lottare nel nome di Andrea»

 «Ponte Barca è casa nostra, vogliamo fermare questa violenza organizzata». Oggi, alle 17, nella chiesa dello Spirito Santo, saranno celebrati i funerali del 30enne. Il sindaco ha indetto il lutto cittadino

Di Mary Sottile |

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Una ferita aperta. Questo è “Ponte Barca” all’indomani della tragedia nella quale ha perso la vita Andrea Distefano, il 30enne che mercoledì pomeriggio è sceso in strada con il suo trattore per aiutare a domare le fiamme che stavano seminando, ancora una volta, distruzione. Nel silenzio della zona è possibile sentire il rantolo della disperazione e della sofferenza; è quella dei familiari e degli amici di Andrea Distefano; degli agricoltori della valle, degli animali morti per il fuoco e per l’assenza di acqua; è il dolore di una terra che chiede aiuto, tenta di trovare una mano alla quale aggrapparsi ma a oggi non trova nulla.

A Paternò c’è, però, una nuova consapevolezza, quanto accaduto non può passare impunito. Chi ha appiccato i roghi di mercoledì scorso, determinando la morte di un uomo, deve pagare e con lui devono pagare quanti tentano di distruggere l’agricoltura, per fini speculativi. 

Ieri ancora roghi, questa volta in territorio di Belpasso, i Monti San Leo, in pieno Parco dell’Etna. Per spegnere gli incendi squadre da terra e due elicotteri. 

«Andrea e tutti noi, abbiamo provato a fronteggiare l’incendio – scrive l’agricoltore Emanuele Feltri – abbiamo tentato di difendere il nostro pane, la nostra terra! Anni di sudore e sacrifici. Andrea è morto, schiacciato dal suo trattore, ed è morta la fiducia verso le istituzioni, sempre più distanti dai nostri problemi reali». Ieri gli agricoltori e gli allevatori erano in lacrime. La rabbia per una morte che poteva essere evitata. Ieri, allevatori e agricoltori della valle del Simeto si sono guardati negli occhi. Si sono parlati. Hanno stretto un patto d’unione.

«Questo è l’anno zero! Il fiume è in secca con grosse responsabilità di gestione errata delle acque. L’oasi è distrutta. I nostri terreni inceneriti. Questa è la nostra casa. La nostra valle. Il nostro legame con la terra. Il nostro lavoro. La nostra speranza per rimanere e costruire un futuro per le generazioni a venire.  Da qui dobbiamo ripartire e le distanze istituzionali devono essere colmate. Tutti i nostri sacrifici non possono essere vanificati. Bisogna capire e fermare i grossi interessi che attraverso questa violenza organizzata, tentano di piegarci. Non un solo passo indietro. Alla rabbia segue la proposta e il lavoro che faremo insieme. Uniti. Anche per Andrea».

Intanto la salma è stata restituita ai familiari, oggi alle 17, nella chiesa dello Spirito Santo, verranno celebrati i funerali. Il sindaco Nino Naso ha indetto il lutto cittadino. «Come Amministrazione abbiamo deciso di indire il lutto cittadino – evidenzia Naso – per rendere omaggio a questo uomo, orgogliosi di avere cittadini come lui, con grande cuore. Noi non ci siamo fermati. Sono stato ricevuto dal Prefetto, c’erano anche i vertici delle forze dell’ordine perché ho denunciato ciò che sta accadendo in campagna. Chiediamo di attivare più controlli, chiediamo di poter rafforzare il Corpo dei vigili del fuoco. La sinergia è costante con le associazioni, ma dobbiamo fare in modo di trovare queste persone che hanno una visione contraria rispetto alla nostra, del futuro dei nostri territori. Ci vuole l’impegno di tutti. Insieme possiamo riuscire a superare queste difficoltà».  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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