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Lasciò il figlio disabile morire di caldo, condannata a 6 anni e 8 mesi

 La donna è stata ritenuta colpevole del delitto con l’aggravante della recidiva specifica

Di Lucio Gambera |

La madre del ragazzo14enne abbandonato e deceduto a Grammichele, il 14 agosto 2021, in conseguenza della sua prolungata esposizione al calore e per effetto di ipertermia, dovrà espiare la condanna a 6 anni e 8 mesi di reclusione. Lo ha deciso il Tribunale penale di Caltagirone, che ha accolto le richieste del sostituto procuratore, dott. Samuela Maria Lo Martire, pronunciando la sentenza di condanna nei confronti dell’imputata, in qualità di genitore e custode del figlio minore. La donna è stata ritenuta colpevole del delitto con l’aggravante della recidiva specifica. Il dispositivo del provvedimento decisorio è stato letto in aula dal giudice monocratico, dott. Santino Mirabella, che ha pure disposto l’interdizione perpetua dell’accusata dai pubblici uffici e la sua interdizione legale durante il periodo di espiazione della pena. Alla condannata è stato imposto, inoltre, il risarcimento del danno nei confronti della parte civile e il pagamento di tutte le spese processuali.  

Durante le fasi processuali, l’autorità giudiziaria ha ammesso la celebrazione del rito alternativo abbreviato, secondo l’espressa richiesta (in subordine) della difesa, respingendo l’istanza di esecuzione della perizia psichiatrica in capo all’imputata. In aula è stata accolta interamente, invece, la linea accusatoria dell’avv. Luca Strazzulla del foro di Caltagirone, che ha assistito le parti civili del procedimento, due fratelli della giovane vittima oggi residenti in Friuli. Mentre il padre è già morto. Nel giudizio di primo grado è stata accertata la piena responsabilità della madre del ragazzino che, secondo prove inconfutabili, non sarebbe stato capace di provvedere alle sue esigenze personali per una complessa patologia, essendo stato affetto da tetraparesi spastica-distonica intellettiva grave. Per i magistrati calatini, che hanno accertato e punito la fattispecie di cui all’articolo 591 comma 1, 3 e 4 del Codice penale, la morte si è verificata in circostanze di “abbandono di persona minore o incapace” e per la prolungata esposizione a fonti di calore, che generò una letale ipertermia. 

L’entità della pena è stata ridotta a seguito della scelta del rito giudiziario alternativo. All’ultima udienza di discussione, venerdì scorso, le parti hanno proceduto agli adempimenti e interventi finali. Dopo la lettura del dispositivo, infine, parziale soddisfazione è stata espressa – tramite il legale di fiducia – dalle parti civili che hanno ritenuto la condanna “iniqua” rispetto alle gravissime responsabilità del genitore e all’atrocità del delitto.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA