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Le indagini sul netturbino ucciso a Letojanni: al vaglio la posizione di due giovani

Gli investigatori stanno cercando di mettere a posto tutti i pezzi del puzzle. Non si esclude alcuna pista, nemmeno quella della rapina terminata nella maniera più tragica. 

Di Francesco Triolo |

Un taglio netto alla gola, sul corpo nudo i segni di diversi fendenti e sangue dappertutto sulle pareti della stanza. Massimo Canfora, 56 anni, operatore ecologico della ditta Loveral, è stato trovato morto, ieri mattina, nella sua abitazione in via Nenzi a Letojanni, cittadina particolarmente affollata di turisti in questo periodo. 

 A dare l’allarme i vicini che intorno alle 7:45 hanno sentito le urla squarciare il silenzio della mattina. Il fratello, che viveva con lui, era uscito intorno alle 7:15 per recarsi al lavoro, lasciando Massimo Canfora ancora vivo a dormire nella sua camera. Cosa sia accaduto dopo, nei successivi 30, 40 minuti è quello che stanno cercando di capire i carabinieri, arrivati sul posto insieme con la polizia locale e il sostituto procuratore Alessandro Liprino che coordina le indagini. Si sta procedendo seguendo l’ipotesi di omicidio e sono diversi i particolari da chiarire. 

Nell’appartamento sono intervenuti anche i militari del Reparto Investigazioni Scientifiche di Messina e il medico legale Daniela Sapienza per effettuare i rilievi sul cadavere dell'uomo e nell'alloggio. Dalla loro perizia, gli inquirenti confidano di avere qualche dettaglio in più per ricostruire la vicenda. Gli esperti del Ris hanno lavorato sino al tardo pomeriggio e solo in serata il corpo è stato portato via dall’abitazione. 

A trovare Canfora morto sarebbe stato il proprietario dello stabile, chiamato proprio dai vicini che hanno sentito le urla dell’uomo che viene descritto da tutti come una persona mite. Sulla porta nessun segno di scasso, dettaglio che potrebbe essere importante perché rivelerebbe come potrebbe essere stato lo stesso Canfora ad aprire al suo omicida e che, quindi, lo conoscesse. Il 56enne in questi giorni si trovava a riposo dopo un intervento chirurgico subito alle gambe ed utilizzava le stampelle per muoversi, non senza difficoltà. 

I carabinieri hanno sentito le testimonianze di tutti i vicini. Al vaglio ci sarebbero anche le posizioni di due giovani che si trovavano all’interno dello stabile, uno dei quali non è lì residente. I militari li hanno portati in caserma a disposizione del pubblico ministero. 

Gli investigatori stanno cercando di mettere a posto tutti i pezzi del puzzle, anche passando al setaccio la vita della vittima, ricostruendo la sua personalità, la sua cerchia di contatti e il contesto nel quale potrebbe essere maturato l’omicidio. Le indagini sono serrate e non si esclude alcuna pista, nemmeno quella della rapina terminata nella maniera più tragica. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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