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Migranti, il comandante della Humanity 1 respinge l’ordine di lasciare il porto di Catania: «Non posso andarmene»

Si profila un braccio di ferro con le autorità italiane che hanno intimato a Joachim Ebeling a ripartire con i 35 naufraghi a bordo che, in assenza di particolari problematiche, non sono stati fatti scendere dalla nave

Di Redazione |

«Oggi il nostro capitano Joachim Ebeling è stato contattato dalle autorità affinché lasci il porto con i 35 sopravvissuti. Il nostro capitano ha risposto  alla email e ha spiegato che non può farlo e che rimarremo qui assieme ai sopravvissuti finché non saranno sbarcati». Lo ha riferito la ong Sos Humanity, che si trova nel porto di Catania con la propria nave Humanity 1 ancora con 35 naufraghi a bordo. 

E Joachim Ebeling, comandante della Humanity 1, ribadisce: «Non posso lasciare il porto di Catania, dobbiamo trovare una soluzione qui. Sarebbe contro le leggi andare via con i sopravvissuti, come mi ha spiegato il mio legale. I naufraghi rimasti a bordo sono in uno stato depressivo e di apatia, siamo profondamente preoccupati per la loro salute mentale. E’ difficile riuscire a spiegargli quello che sta succedendo ed è qualcosa che io stesso non riesco a capire perché è contro le leggi».

Dalla nave finora sono stati fatti scendere tutti i migranti che versavano in condizioni emergenziali – nuclei familiari, donne e minori – e in precarie  condizioni sanitarie accertate dall’Ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera (Usmaf). Sono scesi complessivamente 144 migranti, di cui 102 minori: cento non accompagnati. L’unico nucleo familiare è composto da due minori e uno zio. Tutti i migranti scesi dalla nave, dopo le operazioni di prima  assistenza e identificazione sono stati trasferiti nei centri di accoglienza. I 35 migranti rimasti a bordo della nave hanno ricevuto pasti caldi. Lo fa sapere il Viminale. 

«Un’operazione di soccorso si può considerare terminata solamente una volta che tutti i sopravvissuti sono stati fatti sbarcare in un luogo sicuro. Lo sbarco selettivo e parziale, come quello proposto dalle autorità italiane, non è da considerarsi legale secondo le convenzioni di diritto marittimo». Lo sostiene Medici Senza Frontiere, che con la Geo Barents ha attraccato nel porto di Catania, dove sono a bordo 572 naufraghi. «Secondo il diritto internazionale – prosegue la ong – una nave non è responsabile dell’accoglienza a bordo dei sopravvissuti laddove siano possibili soluzioni alternative. Inoltre, il governo responsabile dovrebbe prendere ogni misura necessaria per far sì che i sopravvissuti restino a bordo il minor tempo possibile, secondo quanto stabilito dalle Linee Guida sul Trattamento delle Persone Soccorse in Mare».

E anche dalla Geo Barents, nave di ricerca e soccorso di Medici Senza Frontiere, cominciano a scendere donne e bimbi accompagnati dalle madri. Sulla a Ad essere sbarcata è stata anche un’intera famiglia. Ma anche in questo caso molto probabilmente non sbarcheranno tutti.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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