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Modica, truffa sui bonus edilizi: un arresto, 6 indagati e sequestro da 3,5 milioni

L'operazione Easy Credit della Guardia di finanza modicana ha smascherato una frode a danno del bilancio dello Stato

Di Redazione |

Truffa nel settore dei bonus edilizi. I finanzieri della Tenenza di Modica, nel Ragusano, hanno arrestato un soggetto e sequestrato la somma complessiva di oltre 3,5 milioni di euro, nei confronti di sei indagati, quale profitto di una truffa a danno del bilancio dello Stato nel settore dei bonus edilizi: sarebero stati generati falsi crediti d’imposta relativi alle spese sostenute per interventi edilizi mai realizzati col regime agevolato del cosiddetto SismaBonus. 

I dettagli dell’operazione, denominata Easy Credit, sono stati resti resi noti durante una conferenza stampa nella Sala Polifunzionale del Comando provinciale alla presenza del procuratore Fabio D’Anna e del sostituto Monica Monego.

In carcere è finito un imprenditore modicano (la Finanza ha fornito solo le sue iniziali: R.G.F.) e poi ci sono altre cinque persone indagate, residenti tra la Lombardia e la Puglia. L'indagine ha scoperto che le cinque persone compiacenti hanno falsamente attestato di aver ricevuto una serie di lavori di ristrutturazione edilizia per il rischio sismico, su immobili che in realtà non sono mai stati nella loro disponibilità, da parte di una società riconducibile all’imprenditore modicano.

La scoietà di R. G. F. formalmente operava nel settore della costruzione di edifici residenziali ma in realtà era una cartiera: nonostante questo, ha acquistato i crediti d’imposta generati dai fittizi lavori mediante l’opzione dello “sconto in fattura”. Gli immobili utilizzati per l’inserimento nelle comunicazioni, inviate all’Agenzia delle Entrate dagli indagati, sono anche risultati di proprietà di altre persone fisiche all’oscuro di tali operazioni. All'imprenditore modiciano sono stati sequestrati 8 immobili e 8 autovetture.

I crediti fittizi sono stati ceduti più volte a terzi per consentire poi la monetizzazione presso intermediari finanziari del “bonus” e la successiva dispersione del profitto del reato. In tal modo gli indagati si sono assicurati i proventi illeciti che sono stati in gran parte autoriciclati per far perdere ogni traccia delle origini fraudolente di tali risorse economiche.

Per questo ragioni, il Gip ha disposto il sequestro di quote societarie, beni, disponibilità finanziarie degli indagati, nonché il blocco sul portale dell’Agenzia delle Entrate dei crediti compensabili nei cassetti fiscali riconducibili a 8 imprese (aventi sede tre in provincia di Pistoia, una a Roma, una a Milano, una a Cassino, una in provincia di Cosenza ed una in provincia di Brescia) e 3 soggetti (originari uno della provincia di Pavia, uno della provincia di Brescia e uno della provincia di Cosenza), risultati cessionari finali dei fittizi crediti di imposta.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA