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Morto Zona Industriale, l’operaio tradito da un residuo di Gpl in una vecchia bombola del gas

Alessandro Vigilianisi, 37 anni, operaio della Ecometalli, è stato investito in pieno dall'esplosione

Di Concetto Mannisi |

Stava operando su una sorta di gru, con braccio demolitore, per ridurre in pezzi lavorabili alcune vecchie bombole a gas. Purtroppo per lui, però, all’interno di una di queste era ancora presente un discreto quantitativo di  Gpl. Quanto ne bastava per determinare l’esplosione che lo ha investito e che, forse a causa di una parte metallica volata come un proiettile ad altezza d’uomo, lo ha ucciso.

E’ morto così, nella giornata di venerdì, Alessandro Vigilianisi, 37 anni, operaio della Ecometalli, ditta specializzata nel recupero e nella lavorazione di materiali ferrosi e metallici. E si tratta dell’ennesimo morto sul lavoro che si deve contare quest’anno nella nostra terra. Tanto è vero che, dopo gli interventi nell’immediatezza dei fatti da parte di Uil e Cgil, ieri ad alzare la voce sono stati Cisl e Ugl. «Catania piange un'altra vittima sul lavoro – dichiara Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl di Catania –  Un’altra vita spezzata sul lavoro che dovrebbe costituire il “futuro” di ogni persona. Solidarietà, dolore e rabbia non bastano più. Occorre rimettere al centro il tema della sicurezza nei cantieri, nelle fabbriche, negli uffici, anche nelle strutture pubbliche. Anche per questo lunedì primo agosto (domani per chi legge, ndc), la Cisl catanese sarà in strada con la campagna “Presidiamo la sicurezza” in tutte le province siciliane. A Catania, dalle 10 alle 12, manifesteremo davanti alla sede della Prefettura». 

 Attanasio, assieme alla segretaria regionale Rosanna La Placa, guiderà una delegazione di lavoratrici e lavoratori che consegnerà una lettera alla Prefettura con le proposte della Cisl. La mobilitazione della Cisl siciliana, che sui social sarà caratterizzata dall’hashtag #presidiamolasicurezza, punta a individuare strategie condivise per presidiare con carattere permanente la lotta agli infortuni mortali e gravi, alle malattie professionali in preoccupante crescita in Sicilia. «Quanti lavoratori devono ancora morire sul posto di lavoro affinché le istituzioni prendano provvedimenti seri per fermare questa mattanza?». A rinnovare il quesito è il segretario territoriale Ugl, Giovanni Musumeci che, dopo avere ricordato il recente infortunio sul lavoro a Paternò e, prima ancora, quello di Randazzo («tre in sette mesi, ma due in 30 giorni»), stigmatizza l’atteggiamento delle istituzioni: «Siamo in piena campagna elettorale, in Sicilia come nel resto d’Italia, ma il tema degli infortuni e delle morti sul lavoro sembra essere lontano, così come distante appare essere l’esigenza di avere rapidamente uomini, strutture e mezzi in numero maggiore per contrastare il mancato rispetto della legge e per potenziare le attività di sensibilizzazione, atteso che mai come in questo momento se ne avverte la necessità».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA