le indagini
Il fucile sparito, le amicizie e la videosorveglianza: cosa sappiamo dell’omicidio di Georgeta
I carabinieri sono a caccia dell'assassino della donna romena trovata uccisa nel casolare di contrada Ritornella
Georgeta conosceva il suo assassino tanto da avergli aperto la porta di casa. E’ questa la prima quasi certezza degli investigatori che stanno cercando di dare un nome e un volto all’uomo che ha ucciso a fucilate Georgeta Ancuta Pop, la 43enne, di origine romena, trovata morta in un casolare di campagna di contrada Ritornella a Belpasso. Un delitto spietato: l'omicida ha puntato il fucile contro la donna e ha fatto fuoco due volte. Il fucile caricato a pallini ha ucciso Georgeta e poi l’assassino è fuggito, portando via con sé l'arma utilizzata per il delitto. I carabinieri del nucleo operativo della Compagnia di Paternò indagano a 360 gradi per cercare di dare una lettura al delitto. Di sicuro c’è che non sembra un omicidio maturato nel corso di una rapina (in casa non sembra mancare qualcosa) e non sembra nemmeno un delitto maturato in ambito familiare visto che l'ex marito della donna vive da tempo in Romania insieme alla loro figlia. Anche la pista passionale comunque non è esclusa e si cerca di scavare nelle amicizie e nelle relazioni sociali della donna. Georgeta viveva da sola, dunque, l’assassino potrebbe essersi presentato in casa, averla assassinata e poi indisturbato andare via. Chi l’ha uccisa comunque doveva conoscerla bene e sapeva che l’avrebbe trovata da sola in casa. Si spera che un contributo possa arrivare dalle immagini di videosorveglianza che sono all’ingresso della strada il cui accesso è chiuso con un cancello anche se l’arteria stradale porta alle diverse aziende che ci sono nell’area, dunque, è densamente trafficata. Al lavoro anche i carabinieri del Nucleo investigazioni scientifiche di Catania che hanno effettuato i rilievi sul luogo del delitto. A coordinare l’attività di indagine è il magistrato Magda Guarnaccia della Procura di Catania.